Prendere per mano la Pallacanestro Varese e accompagnarla verso un futuro: la missione del Consorzio Varese nel Cuore è stata questa fin dall’inizio. Alberto Castelli è stato uno dei fondatori e – dal 2014 – è anche presidente. L’attività del consorzio, da sempre impegnato nella ricerca di nuovi soci e contributi, ha visto una importante novità in estate con l’ingresso in società di Gianfranco Ponti, che si è preso carico del settore giovanile. Un affiancamento ritenuto imprescindibile dai consorziati per continuare a sostenere Pallacanestro Varese e il suo miglioramento.

Castelli, che impressione si è fatto di questa squadra fino ad ora?

«In questo inizio di stagione sono state confermate tutte le sensazioni che avevamo avuto in precampionato: non ci sono solisti, i giocatori per portare a casa la vittoria devono giocare per forza di cose di grinta e di gruppo perché non si può dipendere solo da uno o due elementi. C’è la partita in cui qualcuno va bene e qualcuno va male, poi nella gara successiva si invertono i ruoli. Questa è la nostra forza e dobbiamo puntarci. Il dna di questa squadra è molto marcato, è una formazione con delle caratteristiche precise».

Scelte mirate e tanti contratti biennali: la razionalizzazione delle risorse non ha precluso la progettualità?

«Ottimizzare vuol dire spendere quello che si può spendere. Non avendo risorse per poter puntare ad individualità significative, abbiamo puntato su un’identità di gruppo molto marcata. La ricerca delle risorse è un tema di attualità nel basket di oggi e non solo per noi: ogni squadra deve cercare sempre nuove entrate. La domanda da porsi è: come fa questo mondo a risultare attrattivo? È una questione che si può risolvere solo a livello generale, di sistema. La nostra formula societaria ci permette di stare a galla, ma per poter programmare in maniera vera e propria bisogna avere precise prospettive economiche e finanziarie».

La ricerca di nuovi ingressi è da sempre un argomento rilevante per il Consorzio.

«Il vero tema è sempre capire come il prodotto può risultare interessante. Noi abbiamo la necessità che nuovi compagni di viaggio salgano su questo treno, che siano consorziati, sponsor o cittadini attraverso il trust. Le diverse modalità per sostenere la squadra permettono potenzialmente a chiunque di fare la propria parte. La società sta facendo di tutto per cercare di essere sempre più attrattiva e, affinché il basket a Varese possa andare avanti e migliorare, occorre che ci sia sempre maggior coinvolgimento. Abbiamo fatto di necessità virtù quest’anno e la squadra rispecchia le nostre reali potenzialità, di questo bisogna averne piena consapevolezza».

Su quest’ultimo tema, la società è stata trasparente già dall’estate: come giudica la risposta dei tifosi?

«Il numero di abbonati a Varese è sempre una sorpresa: può oscillare di qualche centinaia di tessere, ma è una cifra significativa anche a livello di statistiche su scala nazionale. Per quanto riguarda le presenze extra abbonamenti, invece, per ora sono inferiori alla media. Può essere una situazione dettata dai frequenti cambiamenti di orario o dal fatto che da quest’anno tutte le partite vengono trasmesse in televisione o in streaming: di quest’ultimo fattore non ci si può lamentare, anzi ci siamo battuti a livello nazionale perché fosse possibile. Ci auguriamo di vedere un maggior numero di persone nelle prossime partite perché il calore del Palazzetto è un’arma in più e magari anche coloro i quali vengono per la prima volta possono subirne il fascino. Nell’ultima partita il pubblico ha sostenuto la squadra in modo significativo anche nel momento più difficile della gara, è stato molto bello».

La società ha puntato molto sull’ammodernamento del Palazzetto. Arriverà anche il cubo?

«La convenzione che è stata fatta ormai anni fa con il Comune per la gestione del Palazzetto ci ha permesso di fare numerosi interventi di abbellimento che sono sotto gli occhi di tutti, ultimo in ordine cronologico il negozio del merchandising che prima mancava. Per quanto riguarda il cubo, contiamo di poterlo installare prima di Natale compatibilmente con le varie problematiche che possono saltar fuori. Sarà un’altra operazione importante: nei Palazzetti in cui questa struttura è presente risalta come un elemento in più per far sì che la partita sia una grande festa. Gli investimenti extrasportivi con il tempo possono diventare sportivi perché rendono più interessante il prodotto».

Filippo Antonelli