Ultima presentazione in ordine cronologico al PALA2A: è il turno di Cameron Wells, playmaker della Openjobmetis che – nelle precedenti tre stagioni – ha militato in Bundesliga con la maglia dei Giessen 46ers. Il nativo di Houston ha incominciato la conferenza stampa raccontando le sue prime impressioni su questa nuova avventura:

«Fino ad ora questa esperienza è stata molto buona perché i ragazzi sono bravi, c’è una buona comunicazione con lo staff tecnico e la città mi piace. La stagione sarà molto competitiva, anche se ci siamo preparati affrontando buone squadre – anche di Serie A – in preseason. Ci sentiamo pronti per iniziare».

«Venezia? Non vediamo l’ora – ha proseguito Wells – di scendere in campo in una partita ufficiale perché il precampionato è stato lungo. Si nota già che c’è un’aria diversa in allenamento. Ci sentiamo di poter compere con qualsiasi squadra e vogliamo dimostrarlo sul campo, indipendentemente dal valore dell’avversario».

Il playmaker in passato si è legato ad una squadra per lungo tempo e a Varese trova un gruppo di giocatori che – come lui – ha contratto pluriennale: «Anche se inevitabilmente qualche membro del roster cambia ogni anno, avere gli stessi compagni per lungo tempo aiuta a costruire fiducia e chimica perché ci si conosce già».

«Direi che – ha continuato il giocatore – sia un valore aggiunto perché riduce di molto le tempistiche di preparazione: si è subito pronti ad affrontare discorsi tattici e tecnici. Spero da questo punto di vista di trovare continuità anche qui. Questo gruppo ha subito trovato alchimia: fuori dal campo ci vediamo e chiacchieriamo molto tra di noi, questo aiuta lo spirito di squadra e spero che i tifosi potranno accorgersene durante le partite».

Caja ha dichiarato che vuole che tutti i suoi giocatori diventino leader anche dal punto di vista vocale. Wells, da questo punto di vista, ha già esperienza: «Lo scorso anno sono stato capitano, per cui avevo la responsabilità di parlare con tutti e di fare da tramite tra giocatori e staff. È un compito che penso di aver svolto bene, per cui sono felice che coach Caja voglia che tutti si prendano responsabilità in tal senso. Io mi sento pronto ed è un qualcosa che – assieme ai miei compagni – stiamo costruendo gradualmente».

Sul campo Wells che giocatore ritiene di essere? «Non sono egoista, ma cerco comunque – ha risposto il playmaker – di essere aggressivo quando serve un tiro. Credo di saper riconoscere le situazioni e di saper scegliere quindi se innescare un compagno o se devo prendermi un tiro. Mi focalizzo sul giocare a basket e sul vincere le partite: il campionato italiano è forse un passo in avanti nella mia carriera, ma io ho sempre pensato a vincere, non al costruire la mia carriera».

La preparazione alla stagione, per l’ex-Giessen, è stata complicata da un problema al polpaccio: «Questo mi ha probabilmente un po’ condizionato – ha spiegato Wells – in precampionato perché ci ho messo del tempo a ritrovare le migliori sensazioni. Partita dopo partita, però, le mie prestazioni sono migliorate e adesso direi che sto bene e che sono al 100%».

In conclusione, Wells ha risposto alle domande arrivate dai social, soddisfacendo le curiosità dei tifosi: «Il mio è idolo è mio padre perché mi ha dato l’esempio e i migliori consigli, nel basket invece è Kobe Bryant. Un’esultanza? Non ho niente di preparato: quando mi capita di lasciarmi andare è qualcosa di istintivo, dettato dal momento della partita. Come voglio segnare il mio primo canestro? Mi piacerebbe semplicemente segnare il primo tiro che tento, poi se è da metà campo va benissimo!».

Filippo Antonelli