Un centrocampista che da giovanissimo ha assaporato il professionismo e che dopo pochi anni ha saputo ripartire dal basso per ritrovare la sua strada: questo l’identikit di Ruben Rebolini, mediano arrivato a stagione in corsa per rinforzare ulteriormente la rosa rossoblù. Sarà un caso, ma da quando in squadra c’è il metronomo oltrepadano, la Varesina viaggia a ritmo spedito.

Nelle ultime sette partite la squadra ha ottenuto ben 6 vittorie di fila e un pareggio…
«Ho fatto il mio esordio a Cassano Magnago e sono molto soddisfatto del cammino personale e di squadra. All’inizio è stato perso qualche punto per strada, ma solo perché il gruppo doveva assestarsi. Poi c’è stata una buona scossa e lo dimostrano non solo i risultati, ma anche le prestazioni. Lo abbiamo dimostrato anche ad Alcione, nonostante il pari subito al ’92. Potevamo portarla a casa».

Seppur contro un Legnano in crisi, quello di domenica è comunque un esame tosto…
«Per noi è un avversario come un altro. Siamo consapevoli di essere una squadra forte e pronti a dimostrarlo anche in questa occasione. Il nostro obiettivo è di chiudere bene il girone».

Il campionato è già chiuso?
«Guardando la classifica sembrerebbe di sì. La Castellanzese ha fatto qualcosa di straordinario, in questo momento non possiamo far altro che complimentarci. La nostra è stata una bella tabella di marcia, ma la loro è stata proprio perfetta. Dobbiamo fare qualcosina in più e sperare che giri dalla nostra parte. C’è ancora tutto un girone da giocare, le carte in tavola possono sicuramente cambiare».

Quali sono le tue caratteristiche?
«Sono un centrocampista centrale abbastanza dinamico e con una buona visione di gioco. Mi trovo bene sia nel centrocampo a tre sia nel 3-4-3 che stiamo maggiormente utilizzando in questo periodo. Il mio giocatore modello è Andrea Pirlo».

In carriera hai avuto alti e bassi…
«A 16 anni ho esordito in C2 con la Valenzana che mi ha tenuto anche l’anno successivo. Poi sono andato in Serie D, alla Novese, collezionando più di 30 presenze da Under. L’anno dopo sono passato al Santhià che a dicembre ha smembrato la squadra per problemi societari. Non ho trovato nessuna sistemazione e così sono sceso in Promozione, al Ferrera Erbognone, arrivando ai playoff. La stagione seguente mi sono ritrovato in Prima Categoria, al Varzi, e abbiamo vinto il campionato. Poi è arrivato il periodo del riscatto: mi hanno chiamato al Casale, in Eccellenza, per fare la riserva; ma ho subito ricevuto la fiducia del mister Ezio Rossi; alla fine abbiamo vinto il campionato e sono rimasto anche l’anno dopo in D. La scorsa stagione ho invece giocato al Borgosesia».

Che ambiente hai trovato alla Varesina?
«Serio e professionale oltre le mie aspettative. Tra giocatori le voci girano e se ne parlano tutti bene c’è un motivo. Si lavora come dei professionisti curando anche i dettagli. Per me è una bella opportunità per lavorare al meglio».

Elisa Cascioli