Una vita calcistica spesa nella e per la Calcinatese, colori per i quali Ambrogio Squizzato ha ricoperto più ruoli, prima giocatore poi all’allenatore e infine dirigente con un biennio da presidente. Conosciamo oggi una di figura esempio di passione pura per il calcio, che anima, con la sua instancabile presenza, l’attività calcistica nel panorama dilettantistico nostrano.

Squizzato CalcinateseQuando comincia la sua lunga storia con la Calcinatese?
Sono arrivato alla Calcinatese all’età di trent’anni, come giocatore. La formazione militava in Terza categoria, io vi ho giocato fino al termine della mia carriera, disputando 8 stagioni”.

Come è proseguita il suo percorso con i gialloneri?
A Calcinate ho trovato un bell’ambiente e, una volta smesso di giocare, nel 1985 ho cominciato ad allenare, fino al 2015, ben 29 stagioni nelle quali ho allenato 960 ragazzi. Molti di loro, che ora sono uomini adulti, mi salutano ancora, anche se io faccio fatica a riconoscere chi sono”.

Il suo presente alla Calcinatese?
Dopo due anni in qualità di presidente, ora ricopro il ruolo di vicepresidente. Continuo a seguire la Prima squadra e, se l’allenatore me lo chiede, mi permetto di dare qualche consiglio. Fino a quando continuerò a divertirmi andrò avanti”.

Come vede il futuro della sua società?
“Io la Calcinatese ce l’ho nel cuore, attualmente il presente e prossimo futuro è legato anche a una parte della dirigenza, composta da persone che prima operavano nella Juve Gemonio, società che ora non esiste più. Da due stagioni non giochiamo più a Calcinatese del Pesce, i costi erano aumentati e la situazione in generale non ha permesso la nostra permanenza in quello che è sempre stato il nostro centro di tutte le attività sia con gli adulti sia con le squadre giovanili. Adesso giochiamo a Biandronno e ci alleniamo a Comabbio, diciamo che siamo un po’ sradicati. Personalmente spero che per in futuro possa inserirsi qualche giovane”.

In cosa è cambiato il calcio in tutti questi anni?
Sono cambiati i ragazzi che ora vivono il calcio come una delle tante cose che possono fare. Diventa difficile avere una disponibilità a esserci sempre, anche quando hai ragazzi bravi e intelligenti come sono i nostri. In tutto questo, oltre a essere cambiate le opportunità che hanno oggi i giovani, incide anche il fatto che nella squadra non giocano più i ragazzi del paese, è venuto meno il legame e senso di appartenenza alla comunità. E questo conta tanto. In questa stagione, nella rosa dei giocatori solo uno è di Calcinate del Pesce“.

Di tutte queste stagioni qual è il ricordo più bello?
Sicuramente la vittoria del campionato di Terza categoria nella stagione 2003-2004 che ci ha permesso di salire in Seconda categoria“.

Cosa le piace ancora del calcio?
Il rapporto che si crea con i ragazzi, fatto di stima e affetto“.

Marco Gasparotto