Una telefonata forse non ti allungherà  la vita ma, di sicuro, può contribuire, e non poco, a cambiartela.Quella telefonata sul cellulare di Andrea Conti, nuovo general manager della Pallacanestro Varese, arriva nella tarda mattinata di mercoledì scorso.
Quando Andrea risponde, scopre che dall’altro capo del ricevitore c’è Toto Bulgheroni il quale, senza mezzi termini, chiede a Conti jr. “Andrea, saresti disponibile a lavorare per noi?”

“Conoscendo Toto, conoscendo la sua serietà, sapevo che quella telefonata non era uno scherzo. Così – ricorda a voce alta Andrea -, ho chiesto a Bulgheroni solo un paio di giorni per riflettere anche se, in realtà, di fronte ad un proposta del genere, fattami da un personaggio dall’elevata caratura cestistica e umana e da un club che ha fatto, ed è tuttora, la storia del basket italiano ed europeo non potevo rispondere “No grazie, non mi interessa!”. Così ho chiesto a Bulgheroni solo 48 ore per sistemare la mia uscita a Cremona. Prima di tutto informando una persona stupenda come il presidente cremonese Aldo Vanoli e, subito dopo, chiudere gli ultimi adempimenti con la Vanoli Basket. Pertanto, da lunedì 2 luglio sarò completamente operativo nella mia nuova sede in Piazza Montegrappa”.

Dopo 15 anni, durante i quali a Cremona ti sei costruito una fortissima e apprezzata credibilità, cosa ti ha spinto a questa scelta? “La prima molla è stata certamente di tipo professionale, quindi l’idea e la volontà di accettare una sfida che per qualsiasi g.m., è classificata di “alto livello” perchè, è risaputo, a Varese tutto ciò che ti circonda parla di pallacanestro e tutti parlano di pallacanestro. Il basket è il pane quotidiano cittadino è comprende tutto ciò che è possibile immaginare. La pallacanestro è materia di studio e di discussioni serie, accalorate considerazioni accademiche e chiacchiericcio da bar, progetti importanti e sogni la portata di tutti. L’idea di lavorare e potermi confrontare con una dimensione del genere in una piazza come Varese, che ha un respiro cestistico ampio e sempre presente, è assolutamente accattivante. Penso che non cogliere questa esperienza e questa opportunità di crescita professionale sarebbe stato oltremodo sciocco. Infine, come dicevo, la certezza di poter collaborare con uomini di basket di prima grandezza come Toto, o come coach Caja, che peraltro ho già conosciuto e apprezzato nelle sue stagioni cremonesi, hanno fatto il resto agevolando ulteriormente una decisione che, ripeto, avevo già preso perchè, come si usa, questa è stata una classica scelta da “Dove ti porta il cuore”. Il mio mi ha condotto nella società in cui ho disputato quasi tutta la mia carriera giovanile (Andrea Conti, classe 1974, papà di Martina 9 anni e Giulia 5, è un prodotto del CMB Rho nda), ho esordito il serie A e ho vissuto stagioni clamorosamente belle”.

Quali saranno le tue prime mosse operative? “I primi giorni saranno tutti dedicati alla conoscenza approfondita delle persone che compongono la società, il CdA, e il Consorzio. Mi riferisco quindi al presidente Vittorelli, Alberto Castelli, Gianfranco Ponti, e a tutti quelli di cui ho sentito parlare in questi giorni e che, ne sono certo, rappresentano il vero patrimonio di un club che, anche sotto il profilo societario, ha avuto una funzione innovativa nel panorama del basket tricolore e tracciato una strada seguita e imitata poi da tanti altri club. Al termine del primo giro di, chiamiamole così, di consultazioni, inizierò a lavorare sul versante squadra consapevole che, sulla base delle informazioni ricevute da Claudio Coldebella e coach Attilio Caja, bisognerà darsi da fare per riempire i tre buchi attualmente presenti nel roster: l’ala piccola titolare, il cambio degli esterni e, in relazione alla risposta che attendiamo da Iannuzzi, anche quello del cambio nel ruolo di numero 5/4. Tutto ciò rappresenta ovviamente solo una piccola parte di ciò che mi attende perchè la struttura organizzativa della Pallacanestro Varese è ampia, complessa, comprende tanti dipendenti e collaboratori che dovrò pian piano conoscere e valorizzare perchè la cosiddetta “squadra-B” ha la stessa importanza e lo stesso valore di quella che scende in campo la domenica”.

Ultima considerazione: torni a Varese in un club che ha in animo di ripresentarsi nelle competizioni europee. “Questo è un argomento rispetto al quale, se me lo consenti, mi riservo un giudizio. Infatti, pur avendo grandissima attenzione per la dimensione internazionale che è sempre stata parte della storia della Pallacanestro Varese, dovremo valutare con grande oculatezza tutti i pro e i contro cercando di capire se la partecipazione alla Coppa non vada poi ad incidere negativamente sulla logistica e sul lavoro tecnico della squadra. Insomma, ci sono aspetti formali e sostanziali che, insieme a coach Caja e allo staff tecnico, dovremo analizzare fin nei minimi dettagli. Varese è un grande club che porta con sè l’entusiasmo di un pubblico riconosciuto tra i più competenti, appassionati e fedeli d’Italia e – ammonisce e conclude il neo-dirigente varesino -, merita solo il meglio”.

Massimo Turconi