Come quella di ieri, anche quella di oggi sarà una lunga giornata in casa Varese Calcio, un club retrocesso in Eccellenza che sta tuttavia cercando di evitare il fallimento. Buoni segnali sono arrivati nei giorni scorsi da parte dei creditori, disposti ad abbassare il debito, sul fronte squadra invece la situazione è meno rosea perché l’offerta fatta, sebbene l’ok da parte di qualcuno, non è stata presa bene da tutti quelli che sono stati interpellati, oggi toccherà al capitano, e il motivo è presto detto: 10 per cento del dovuto (ovvero sei mensilità e mezzo) se si vuole sistemare la situazione subito, oppure il 30 in un paio di anni, in alternativa il 50 per cento in tre oppure se uno vuole l’intera cifra dovrà rateizzare in cinque anni. Insomma, quasi una presa in giro che non coincide affatto con l’espressa volontà di acquistare il club con i debiti senza farlo fallire proprio per poter pagare chi ha lavorato in questi mesi. Come andrà a finire lo scopriremo più avanti visto che i tempi si sono inevitabilmente diluiti.

I colloqui con la squadra sono iniziati ieri e proseguiranno oggi. Sempre ieri, Fabrizio Berni, esponente della holding svizzera intenzionata ad acquistare il Varese, ha incontrato il sindaco Galimberti per discutere del rinnovo della concessione di stadio, che scade a fine giugno, e Varesello. Sono proprio le strutture la chiave di potenziali investimenti nel Varese Calcio.

Nel pomerggio invece, poco dopo le 18, Berni ha accettato di avere un confronto coi tifosi della Curva (in foto). Si è trattato di una chiacchierata alla quale ha preso parte anche Paolo Basile, l’attuale amministratore unico. L’argomento affrontato è stato l’ammontare del debito, lievitato nei mesi scorsi da 300 a 600mila euro e poi ancora raddoppiato negli ultimi giorni: si parla di 1milione e 300mila. Dopo che Berni si è congedato, Basile è rimasto a parlare coi tifosi, che domenica, come riportato da Merlin a fine partita, hanno accusato la squadra di essersi venduta la partita playout, per una buona mezz’ora spiegando le sue ragioni in un clima comunque disteso.

Elisa Cascioli