Basket Fest. La cornice di piazza Monte Grappa adornata da due campetti e altrettanti canestri e un clima di festa al ritmo di musica e una palla che rimbalza sul terreno. Il momento ideale per fare due chiacchiere col condottiero varesino Attilio Caja sulla stagione appena finita e sul basket in generale.
A bocce ferme dopo quasi un mese dalla fine della stagione, qual è l’aggettivo più appropriato da usare per definire l’annata appena trascorsa della sua Varese?
“Irreale. Perchè ciò che abbiamo raggiunto era al di fuori di qualsiasi razionale aspettativa e immaginazione. Irreale per come è maturata. Si pensava di far bene, ma a ogni vittoria che ci portava a una posizione si pensava di aver fatto il massimo possibile, poi dopo si vinceva anche la partita successiva e, quindi, si spostava l’asticella del massimo ancora più in alto. Abbiamo vinto 7/8 partite di fila, 12 su tutto il girone di ritorno. Siamo andati oltre ogni immaginazione penso che sia una cosa irripetibile e molto difficile da spiegare”.

Parabola evidente anche nella stagione di Avramovic, giusto per citare un esempio. Dallo scorso anno in cui qualche volta non è entrato in capo a un 2017/18 chiuso da assoluto trascinatore sotto le sue cure.
“Faccio, però, fatica a mettere una scala di valori o una classifica di chi dei miei giocatori è andato oltre le nostre aspettative. In estate quando abbiamo firmato Okoye che arrivava dalla A2 vorrei sfidare chiunque ad aver osato scommettere su un campionato pazzesco per Stan e vederlo anche sul terzo gradino del podio nella classifica degli Mvp della serie A. Penso che nessuno l’avrebbe mai detto. E, invece, Okoye è arrivato terzo dietro uno come Rich che è un giocatore da Eurolega e al secondo posto è arrivato Burns che andrà a Milano a giocarla, l’Eurolega. Stan arrivava da Udine in A2 e prima ha giocato a Trapani e Matera: questo per dire che era difficile arrivare a quanto fatto e che Cain potesse essere quasi sempre il miglior rimbalzista del Cain. Vene arrivava da un infortunio e ha fatto un girone di ritorno super: mentre i suoi compagni han chiuso con un record di 17 vinte e 13 perse, Vene ne ha vinte 12 e perse solo 4. E’ un giocatore dal rendimento incredibile per non dire di Tambone che arrivava dalla A2. E’ difficile valutare un solo giocatore”.

23 varese-milano cajaIn questi giorni la società sta valutando se partecipare o meno alle Coppe Europee visto il diritto acquisito sul campo. A suo parere, il nostro movimento come si rapporta col resto d’Europa alla luce anche dei risultati di quest’anno: vinta la Fiba Europe Cup, ma retrocedendo dalla Champions League e una Eurolega così così per le nostre rappresentanti?
“Chiaro che l’Europa adesso ha degli step importanti da sostenere, ma non dimentichiamo che l’anno scorso Venezia è arrivata alle final four di Champions League, poi vincere è sempre difficile. Ricordiamoci che quest’anno  Reggio Emilia è arrivata in semifinale di Eurocup: noi italiani guardiamo sempre il bicchiere mezzo pieno, ma ritengo che il bilancio complessivo non sia deficitario. Farebbe comodo anche per noi la valutazione di far quella coppa: se Venezia, Avellino e la Virtus Bologna disputano la Champions League, è giusto dire che noi non siamo al loro livello per cui puntiamo, giustamente, alla Fiba Europe Cup”.

Lei è pavese, Vigevano è appena tornata in B dopo un campionato super: l’anno prossimo si prospettano sfide intense e piene di rivalità.
“La rivalità è sempre positiva. Vigevano è una piazza storica della pallacanestro non solo lombarda, ma italiana: tanti anni di A1, grande tradizione e c’è stata un pò di alternanza tra Pavia e Vigevano ad alto livello. E’ una piazza che ribolle di grande passione: anche quest’anno in C c’erano sempre almeno 1500 persone alle partite: meritano un palcoscenico così ed è vero che c’è grande rivalità con Pavia. Queste cose, però, fanno sempre e solo bene al nostro movimento”.

Matteo Gallo