La sezione varesina dell’Associazione Italiana Arbitri ha indetto un corso gratuito per la formazione di nuovi arbitri. Ci presenta il corso nei suoi aspetti organizzativi, strutturali e formativi il presidente dell’Aia varesina Roberto Arcari Farinetti.

4AC4D7DF-494D-4857-873E-6AEA1D7D938FQuando inizierà il corso e come sarà organizzato?
“Il corso inizierà il 19 aprile, si svolgerà nella nostra sede che è ubicata presso lo stadio “Franco Ossola” di Varese, in via Bolchini, con ingresso dal cancello dei Distinti”.

Com’è strutturato il corso?
“Avrà un arco temporale di due mesi con 24 ore di lezioni teoriche suddivise in 16 lezioni da un’ora e mezza ciascuna. Tutte saranno in orario serale, dalle 21 alle 22.30, per due volte alla settimana”.

Quali materie vengono affrontate e quali i relatori?
“Il modulo principale del corso è il Regolamento del gioco, al quale si accompagnano analisi a video di casi concreti all’interno di una modalità interattiva nella quale il corsista può chiarire eventuali dubbi. I relatori sono tesserati Aia che ricoprono differenti ruoli all’interno del mondo arbitrale. Ci sarò io, come Direttore del corso, ci saranno gli interventi di alcuni osservatori arbitrali e avremo anche l’apporto di Daniele Minelli, arbitro nella serie cadetta”.

Al termine del corso è previsto un esame finale?
“Il corso si conclude con un esame finale, che solitamente viene svolto in un’unica giornata, e prevede due prove scritte e un colloquio orale. La prima prova scritta è un quiz sul Regolamento, la seconda è un breve scritto nel quale si chiede al corsista di restituire la propria motivazione e consapevolezza rispetto alla figura del direttore di gara, mentre nel colloquio vengono sottoposti alcuni casi concreti”.

Una volta concluso positivamente il corso, il neo arbitro entra subito in campo?
“No, una volta terminato positivamente il corso, seguono ancora tre o quattro  incontri preparatori all’ingresso in campo. Oltre a questa attività di preparazione, il neo arbitro, nelle prime tre gare è accompagnato da un tutor, ossia da un nostro osservatore che lo segue stando a bordo campo. Tale affiancamento è pensato sia per sostenere l’arbitro nelle sue gare iniziali sia per definire, in base alle osservazioni emerse, il percorso verso la piena gestione in autonomia di tutti gli aspetti riguardanti la partita”.

Quanti corsi fate durante la stagione?
“Solitamente due. In questa stagione ne abbiamo fatto uno in autunno nel quale abbiamo formato 9 nuovi arbitri”.

Qual è un buon motivo per iscriversi al corso e diventare un futuro arbitro di calcio?
“Perché fare l’arbitro aiuta a crescere come persone. Mi rivolgo specialmente ai ragazzi più giovani invitandoli a provare perché fare l’arbitro ti regala un’esperienza di vita che ti permette, nell’affrontare tutti gli aspetti che l’attività prevede, di metterti alla prova e formarti dal punto di vista delle relazioni umane, della capacità di prendere le decisioni e di gestire tante situazioni in autonomia. Se posso sintetizzare ti aiuta ad acquisire fiducia in te stesso”.

Marco Gasparotto