Come un fulmine. L’attaccante Manuel De Carolis, figlio d’arte dell’ex punta Tommaso, classe ’68 che ha giocato in passato con Turris, Castel di Sangro e Monopoli, è approdato al Varese nel giro di un giorno ed è stato lampo anche il suo esordio. Cresciuto nei Settori Giovanili di Pescara (due anni agli Allievi e una stagione in Primavera) e Latina (campionato Primavera), è poi passato in Serie D: Isola Liri (19 presenze e un gol), Gladiator(7 reti in 22 presenze) e Vibonese (da luglio a dicembre di quest’anno con due reti in 9 presenze).

Buttato nella mischia negli ultimi minuti del derby a Como, ha firmato il tabellino andando a segno subito dopo il 3-0 dei lariani.
«Iniziare così è stata una gran bella cosa per me, ma resta il rammarico per il risultato. Ci tenevamo tanto a vincere e in campo abbiamo dato tutto; in alcuni episodi forse potevamo fare di più; fossimo andati in vantaggio noi sarebbe stata una partita diversa, ma ci rifaremo».

Nonostante servisse a poco, ti sei lasciato andare esultando sotto la Curva biancorossa…
«È  stata un’emozione fortissima, mi è venuto spontaneo andare sotto i tifosi. Dedico il gol a loro che sono stati molto calorosi, a mio papà che era presente in tribuna e alla società che ha creduto in me».

Come sei arrivato a Varese?
«Ero svincolato e in attesa di qualche chiamata. Avevo avuto diverse richieste, ma aspettavo quella giusta. Volevo una piazza importante e quando mi ha chiamato il Varese non ci ho pensato due volte. Giovedì sera ci ho parlato e venerdì in giornata abbiamo fatto tutto, la società mi ha accontentato in tutto e voglio dare molto a questa piazza».

Prime impressioni sul gruppo?
«La piazza parla da sé e non devo aggiungere altro. Il mister mi ha fatto una bellissima impressione, lo trovo molto preparato ed è uno che sa far giocare bene la squadra, penso si sia visto. La differenza a livello di rosa col Como c’era, ma non si è vista. In due allenamenti che ho sostenuto con lui ho visto tanto lavoro da parte sua».

20 derby como-varese der carolis esultaPerché hai scelto il numero 9?
«È il mio numero preferito, l’ho sempre avuto».

Qual è la partita più bella che hai giocato?
«L’anno scorso contro la Turris a Torre del Greco dove mio papà è stato per tanti anni capitano. Mi sono emozionato molto».

Quale invece il gol più bello?
«Quello di questa stagione alla Vibonese, pallone sotto l’incrocio da 30 metri. Anche le due rovesciate dell’anno scorso, una ha anche concorso come gol più bello della Serie D in cui però sono arrivato secondo».

Qual è il tuo giocatore modello?
«Da bambino impazzivo per Ibrahimovic che è il mio preferito; il mio idolo invece è Icardi. Nonostante tifo la Lazio, guardo spesso le partite dell’Inter proprio per osservare i suoi movimenti».

Il Varese si appresta ad affrontare le sfide ravvicinate con Casale e Pro Sesto…
«A livello di gruppo ci aspettiamo di vincerle anche per dimenticare l’amarezza del derby. Mi metto alla prova per la prima volta nei campionati a nord e rispetto al calcio del sud si gioca molto di più nel senso che c’è meno cattiveria agonista e più tecnica, più fraseggio».

Obiettivi personali?
«Sono qui per fare qualcosa di importante e ringrazio la società che ha creduto in me. Spero di esprimermi al massimo. Punto a raggiungere categorie superiori e questa per me è una vetrina da sfruttare. Spero di poter ricambiare la fiducia, ci tengo tanto. Il mio sogno è quello di raggiungere il professionismo nel giro di qualche anno e sono qui per crescere. Sarei stato un pazzo a rifiutare questa occasione».

Elisa Cascioli