Diego De Bernardi ha il dna del mister, inutile girarci attorno. C’è chi nasce per fare il cuoco, chi il camionista, chi il cantante, chi l’architetto o l’ingegnere, e c’è chi nasce per fare il mister. Se dici Lonate parte il monologo, ti trascina nella parole, nelle emozioni, ti pare di averli davanti agli occhi gli scorci di partita che racconta e ti pare anche di toccarli con mano i gol, i risultati, le azioni così minuziosamente descritte e l’affetto di una piazza che resterà nel cuore di quel tecnico bravo a riportarla alla luce.  Diego De Bernardi dopo tre anni chiude la sua avventura con il Lonate Pozzolo e va alla caccia di nuovi stimoli, ma prima di sondare il terreno altrove, immancabile il commiato di ringraziamento verso una società che gli ha dato, e a cui ha dato, tutto. “Ora lo posso dire, tre anni che non sarebbero potuti essere più intensi, stavolta l’ho provato sulla mia pelle”. Intensi ma non solo anche bellissimi…Bellissimi lo lascio dire alla gente, credo però che si siano divertiti”.
diego de bernardi lonate_2E allora facciamo tre passi indietro e torniamo al maggio del 2015.Sposo la causa Lonate Pozzolo partendo da una juniores, cioè una juniores che fa la prima squadra, senza fuori quota, a cui bisognava dare soprattutto disciplina perché le potenzialità c’erano, ma mancava il ritmo, si arriva a Natale e solo dopo si trova la quadra e si conclude un buon campionato”. Anno numero due, quello del miracolo:L’anno del girone della morte (ride ndr), inseriti nel gruppo di Varese in cui c’erano le famose sette sorelle ovvero Sommese, Ferno, Coarezza, Gallaratese, Sumirago, Crennese e noi, tostissimo, durissima fino alla fine, è stata una lotta, ma ce l’abbiamo fatta, un orgoglio che non ha eguali”. E poi quest’anno in seconda categoria, altra bella stagione:Questo è stato l’anno del consolidamento, dove ci siamo tolti delle belle soddisfazioni e dove abbiamo vissuto anche momenti duri, ne siamo usciti da squadra, a testa alta, lasciandoci alle spalle compagini più attrezzate e dimostrando che anche quando l’obiettivo playoff, che non era assolutamente il nostro obiettivo primario ma che comunque per qualche tempo abbiamo cullato, fosse svanito, non abbiamo mai mollato, chiudendo la stagione con 3 vittorie nelle ultime 4 partite, a dimostrazione del fatto che per noi il rispetto alla parola è tutto”.
A proposito di playoff, chi vedi favorita tra Crennese e Gorla Minore, squadre che si affronteranno in finale domenica prossima?Tra le squadre umane, perché Cerro Cantalupo non lo era, Gorla è quella che mi ha stupito di più, ma devo dire che far gol alla Crennese  è un’impresa ardua, hanno una retroguardia ben piazzata e riescono sempre ad avere tutto sotto controllo, il ritmo, la lucidità, in questa categoria fa tanto, vedremo sarà una bella sfida”.
Tornando alla favola Lonate, come ogni favola che si rispetti lieto fine ma poi punto e a capo: Diego De Bernardi è pronto a voltare pagina?Sì, sono pronto, ho bisogno di nuovi stimoli, qualche contatto l’ho avuto ma al momento non c’è nulla di concreto, confesso che mi piacerebbe confrontarmi con una prima categoria, ma quello che mi preme di più è essere inserito in un progetto valido, dove ho carta bianca e voce in capitolo, non per presunzione ma perché quando è stato così ho sempre ottenuto, insieme al mio staff, i risultati prefissati, starò alla finestra e vediamo che succede, io ho sempre grande voglia e grande entusiasmo”.
diego de bernardi lonate_3Ma prima del punto come la concludiamo la favola rossoblù? Con quali ringraziamenti?Nomi non ne faccio altrimenti finirei per dimenticare qualcuno, tre anni fa mi avrebbero dato del matto se avessi detto che saremmo arrivati qui, ed invece ce l’abbiamo fatta, insieme, grazie ad un ambiente favoloso e disponibile, permettetemi però di riservare il grazie più grande agli irriducibili, ai nostri tifosi, il 12° uomo in campo, nel cuore avrò sempre la partita col Ferno dello scorso 14 maggio, un pareggio che poi ci ha permesso di fare il salto, una giornata incredibile in cui abbiamo staccato quasi 500 tagliandi, non so se mi spiego, 500 tifosi ad una partita di terza categoria, fantastico, un’emozione indescrivibile, da togliere il fiato, grazie di cuore”.
Fiato sospeso fin quando i polmoni non si riempiranno di nuovo per respirare aria nuova, altrove, pronta per essere tagliata da altre incredibili emozioni.

Mariella Lamonica