L’attaccante giramondo Lorenzo Franzese, classe 1993, dove va lascia il segno e, oltre a confermarsi, adesso è anche pronto a mettere le radici. In carriera, costellata da 125 presenze in Serie D con 36 gol, di cui 3 alla Varesina con 8 presenze, ha cambiato casacca molto spesso. Da Cosenza a Riccione, da Castelfranco a Città di Castello passando per Gallipoli, e poi tappa in Sardegna, al Lanusei, prima di sbarcare a Venegono Superiore.

Come mai questa carriera movimentata?
«In Serie D è difficile trovare l’ambiente giusto. Può capitare di ritrovarsi in una piazza con troppe pressioni oppure con problemi societari, a volte ho dovuto fare i conti con progetti di breve durata».

Quale maglia porti nel cuore?
«Nel mio cuore c’è il Cosenza che è la squadra della mia città. Sono cresciuto lì giocando tanti anni nel settore giovanile, sono stato anche capitano e poi ho giocato due anni in prima squadra. Anche al Gallipoli mi sono trovato molto bene, sono anche rimasto in contatto con la piazza e con i tifosi, ma purtroppo il progetto non era solido e mi sono trovato costretto a cambiare».

Come sei arrivato alla Varesina?
«Mi ha cercato e voluto fortemente il direttore Marco Spilli. È stato bravo a convincermi perché al Lanusei stavo facendo molto bene e nell’ultima partita avevo anche segnato due gol. Sono felice di aver fatto questa scelta perché ho trovato un ambiente serio, sto molto bene e magari la continuità che non ho trovato in passato posso averla qui. Mi sento a casa e sono sereno e per un attaccante sono aspetti molto importanti perché scendere in campo la domenica con la tranquillità aiuta molto».

Dei tre gol collezionati nelle 8 partite, l’ultimo è arrivato a Castellazzo dove la squadra è tornata a vincere…
«Non potevamo non tornare a casa con quel risultato. Abbiamo giocato un’ottima partita, ma non ci montiamo la testa. Abbiamo vinto con l’ultima in classifica e siamo momentaneamente usciti dai playout, ma la strada è ancora lunga».

Il prossimo avversario è il Seregno che ha battuto il Como…
«Loro hanno fatto un gran risultato, noi siamo consapevoli delle nostre forze e specialmente in casa dobbiamo fare punti, lavorando bene in settimana possiamo farcela».

La squadra ha affrontato il terzo cambio in panchina con Bettinelli che ha preso il posto di Marzio…
«Marzio è un tecnico giovane e competente, purtroppo il calcio è fatto di risultato e quando non arrivano è sempre l’allenatore che paga. Bettinelli è molto preparato, umile e di sani principi, ci ha subito trasmesso i suoi concetti e abbiamo cercato di metterli in campo».

Il modulo è passato dal 4-3-3 al 4-4-2…
«Io sono a disposizione e mi trovo bene con entrambi. Sono abbastanza duttile, posso ricoprire tutti i ruoli offensivi e non ho preferenze. Davanti con Shiba mi sono trovato molto bene e penso che possiamo completarci».

Come mai indossi il numero 33?
«Perché sono molto religioso».

Qual è il gol più bello nella tua carriera?
«Quello nel derby in notturna Cosenza-Sambiase, sotto la curva, valso il 3-2 al 93’ davanti a duemila spettatori. È stata un’emozione magnifica con la maglia della squadra della mia città, qualcosa di indimenticabile che ho anche tatuato addosso. Non potevo chiedere di meglio».

In chiusura, quali sono i tuoi obiettivi?
«Sono un attaccante che pensa molto alla squadra, quindi in primis sono concentrato sulla salvezza. Sono contento di segnare perché solo così do il mio contributo».

Elisa Cascioli