E’ stata scelta la sede di Gallarate del main sponsor Openjobmetis della Pallacanestro Varese per presentare il nuovo play biancorosso Ronald Moore.

Presente anche il presidente del sodalizio biancorosso Marco Vittorelli, nel doppio ruolo, che fa gli onori di casa: “Sono felice di avere qui con noi Moore e di potervelo presentare. Personalmente conto molto su di lui perchè nella scorsa stagione alcune volte, soprattutto nel girone d’andata, abbiamo preso diverse partite all’ultimo proprio dove la lucidità del play diventa fondamentale. Vedo che la squadra si sta allenando molto seriamente e con impegno. Il palazzetto dal canto suo non ci aiuta, a volte ci crea qualche problema, per questo chiedo al Comune di darci una mano attiva risolvendo qualche situazione”.

Moore ContiIl dg Andrea Conti è molto soddisfatto della scelta dell’americano classe 1988: “Ringrazio Openjobmetis, Rosario (Rasizza, ndr) e Vittorelli per averci ospitato oggi. Per quanto riguarda Moore, posso dire che è la quinta stagione consecutiva che gioca in Italia e non servono quindi grandi presentazioni. Per noi deve essere il leader silenzioso in campo e in spogliatoi. E’ un giocatore di sistema che si adatta molto al ruolo che gli vuole dare Attilio (Caja, ndr). Insieme altri due giocatori, Ferrero e Cain, deve essere il nostri leader e fare la differenza. A trent’anni, dopo una buona carriera, per lui questa stagione può essere un ulteriore trampolino di lancio e avrà anche la possibilità di giocare la Coppa che fino ad oggi non ha mai disputato con una squadra italiana”.

“Voglio ringraziare Varese per avermi voluto qui – attacca Moore -. Ho trovato subito una grande organizzazione, conosco la storia della società, il seguito dei tifosi e ci sono tutti i presupposti per poter fare una grande stagione”.
Alla tua quinta stagione in Italia, che differenze hai trovato rispetto alle altre realtà in cui sei stato e con il sistema di allenamenti di coach Caja? “Le mie esperienze contro Varese sono sempre state negative: non ho mai vinto qui. Caja ha un sistema di gioco molto organizzato, il mio ruolo dovrà essere anche quello di fare da tramite con la squadra in base a quello che vuole il coach. Mi piace e sono certo di poterci riuscire”.
Cosa ti ha chiesto coach Caja e cosa vorresti migliorare di te stesso? “In generale, alla mia età, penso che non si sia mai arrivati, c’è sempre da migliorare. Durante l’estate cerco sempre di tenermi in forma per farmi trovare già pronto alla preparazione lavorando su tutti gli aspetti e non solo su uno. Per ora Caja non mi ha ancora chiesto niente di particolare. Forse vuole vedermi in campo, mettermi alla prova, capire la mie attitudini e quanto posso essere un vero leader. Poi deciderà cosa chiedermi”.
Dove può arrivare Varese in questa stagione?: “Bella domanda! Dopo la vittoria di sabato, ti avrei detto una cosa; dopo la sconfitta con Milano di domenica ti dico… secondi (e scoppia in una risata, ndr). Lo scorso anno la squadra ha raggiunto i playoff, è chiaro che vogliamo ripetere almeno quel risultato per poi alzare l’obiettivo e provare a fare qualcosa in più”.
Il doppio impegno, campionato e Coppa, come lo vivi? “Da giocatore mi stimola molto e mi piace. Chiaramente ci saranno difficoltà dovute alle trasferte e ai tempi ristretti per gli allenamenti. Giocare sempre terrà il nostro ritmo molto alto; alla lunga potremo avere problemi sui recuperi da eventuali infortuni, ma tutto questo è da mettere in preventivo e da affrontare con tranquillità”.
Cinque anni in una sola nazione non è usuale per un americano. “Prima di tutto voglio dire che è un onore per me poter giocare in questa nazione. L’Italia mi piace sia per il livello del campionato ma anche per come si vive. La storia del paese, il mangiare, sono fattori importanti per me e anche per mia moglie che ama molto l’Italia”.

Michele Marocco