L’ex direttore sportivo (in Eccellenza) e responsabile del settore giovanile (in Serie B) del Varese ha vissuto una stagione molto particolare. Archiviata l’annata alla Pro Patria, Giorgio Scapini non è rimasto fermo ad aspettare qualche chiamata. Ha girato tanti campi, di tutte le categorie, da quelle professioniste a quelle giovanili, per portare comunque avanti il suo lavoro principale, quello di “talent scout”. Durante la stagione scorsa non è passata inosservata la sua presenza sugli spalti del “Franco Ossola”: “Il mio attaccamente al Varese è noto – dichiara -. La squadra è sempre nella mia testa e nei miei pensieri nel bene o nel male”.

Qual è il tuo giudizio su quello che hai visto a Masnago?
“Ho fatto le mie analisi, ma non lo trovo corretto esprimere il mio parere dall’esterno. Nel calcio la verità non sta mai tutta da una parte. Posso solo dire che mi è dispiaciuto assistere ad un finale del genere. Ero presente a Voghera e quella retrocessione mi ha scosso parecchio, quando la retrocessione arriva sul campo è inappellabile; è il giudizio del calcio. Un grande dispiacere perché sulla carta era un’ottima squadra in partenza, ma oltre ai giocatori, conta molto la chimica e più di tutti la società. La solidità deve essere al primo posto, solo se c’è un ambiente ideale si ottengono risultati. Le faccende extra campo hanno inevitabilmente influito, è inutile che ci giriamo intorno”.

Alcuni protagonisti della pessima stagione li conoscevi molto da vicino…
“Tresoldi in primis. Ci conosciamo da anni e ci siamo sentiti qualche volta. Ho cercato di stargli vicino, di incoraggiarlo soprattutto nel momento di maggiore difficoltà. Speravo potesse portare la squadra alla salvezza. Poi non dimentico i ‘nostri prodotti’ Simonetto e Lercara ai quali sono molto affezionato. Penso che in generale i ragazzi abbiano dato il meglio e anche i tifosi sono stati encomiabili”.

Il Varese è la dimostrazione che quando sprofondi in queste categorie poi rischi di morirci…
“Se non ti risollevi subito il rischio è alto perché se iniziano a passare gli anni aumenta anche il disinteresse. Il pubblico allo stadio lo porti solo coi risultati. E’ stato un peccato sprecare tutto l’attaccamento che si era ricreato in Eccellenza. Il segreto sta nelle vedute a lungo raggio, in qusto ad esempio Busto ce l’ha fatta e si è ripresa. Spero che il nuovo Varese abbia un progetto duraturo. Con competenza e possibilità economiche quasi sempre ce la fai, se manca la seconda puoi comunque salvarti, ma senza il primo aspetto non vai da nessuna parte. E’ la legge del calcio”.

Annata indimenticabile quella della ‘tua’ Primavera allora allenata da Mangia, prossimo sfidante di De Luca nella Supercoppa rumena…
“Io e Devis ci sentiamo spesso e sono felice per i successi che ha ottenuto. Lo stesso vale De Luca e anche per i suoi ex compagni, Bianchetti, Barberis, Pompilio, Lazaar è rimasto un legame, sono un po’ i miei bambini. Sono felice che le avventure di quella famosa Primavera rimarranno sempre”.

E adesso?
“Quest’anno mi sono tenuto occupato ugualmente guardando tante Primavera, squadre giovanili e molta Serie D. L’ho vissuta come una crescita personale. Ho in ballo una cosa abbastanza importante, ma per scaramanzia non dico nulla e incrocio le dita”.

Elisa Cascioli