Una giornata di lunga attesa quella vissuta oggi in casa Varese. Tutti si chiedono che fine farà il club rifondato nell’estate del 2015 e messo a dura prova dalle gestioni evidentemente fallimentari che hanno prodotto un debito che supera il mezzo milione di euro nel giro di poco più due anni. Ci si chiede come sia stato possibile.
La situazione, tra creditori che si sono rivolti al tribunale, fornitori che chiamano tutti i giorni in sede in attesa di ricevere quanto gli spetta, giocatori, staff e dipendenti che stanno per perdere la pazienza, vertenze già ufficializzate da parte della commissione accordi economici, è molto grave e sbrogliare la matassa non è semplice.

Attualmente c’è un dialogo a tre tra il proprietario Paolo Basile, che ha ancora in mano tutto le quote, Sauro Catellani, il presidente arrivato a dicembre che tuttavia non detiene alcun potere, e un potenziale salvatore del club che non vuole uscire allo scoperto se non a conti fatti. Di chi si tratta? Di un imprenditore che opera anche in Svizzera e che ieri ha voluto conoscere Basile. L’incontro, durato un paio di ore, è avvenuto presso lo studio del suo avvocato e la risposta è attesa per domani. Le intenzioni del finanziatore sono quelle di acquistare la maggioranza delle quote del club, prima di farlo però vuole vederci chiaro, giustamente. Tuttavia il Varese non ha tempo da perdere perché sta per suonare il gong; il suo salvataggio sarebbe un vero e proprio miracolo.

Nel frattempo la squadra, a secco di vittorie, è scivolata pian piano in zona playout e sabato affronta lo scontro decisivo in casa dell’Arconatese. Gli uomini di Tresoldi, che hanno ripreso ieri e oggi sono rimasti a riposo, lavoreranno (acqua permettendo) allo stadio domani e giovedì pomeriggio per concludere la settimana con la rifinitura mattutina di venerdì. Dopo il match di sabato, ci saranno altri due incontri ravvicinati: mercoledì 21 febbraio in casa col Gozzano e poi domenica 25 in casa della Caronnese.

Elisa Cascioli