Il calcio è un gioco di errori”. Lo ripete spesso Javorcic. Perché ci crede. E perché (in fondo), per quanto lapalissiano, è anche dannatamente vero. Se commetti troppi errori perdi. Se ne fai troppi contro il Piacenza (stra)perdi. Come successo ieri. Pro Vercelli, Novara e la capolista in una sola settimana. Davvero troppo per la Pro Patria di oggi. Due magari sì, la terza costringe al fuori giri. Togliendo intensità ad una squadra che ha solo quell’arma per colmare il gap tecnico con le prime. Fosse arrivata al termine di un’intera settimana di lavoro, la sfida con gli emiliani avrebbe avuto un impatto ben diverso. Della serie, calendario e format contano. Eccome se contano.

Nessun dramma però. Anzi. Questa (tra le 5) è certamente la sconfitta più indolore dell’avvio di stagione biancoblu. Per le modalità con cui è maturata e per lo scarto (nel punteggio e nei valori) visto ieri allo “Speroni”. Non sappiamo se il Piacenza vincerà il campionato. Certo, le ultime due prestazioni legittimano la candidatura dei lupi al passaggio di categoria. Per qualità atletiche (Della Latta è un 8 nel corpo di un 9), tecniche (Sestu a tratti non contenibile), tattiche (Nicco finto trequartista è un’interessante intuizione) e ambientali (300 tifosi al seguito fanno tanta differenza). Se al conto sommiamo anche un Max Pesenti che a Busto vede sempre rosso, l’1-4 dell’ottava giornata risulta ineluttabile.

Tradotto: la Pro Patria non poteva reggere l’urto. Ma avrebbe potuto farlo meglio. Cioè, evitando di concedere 3 reti (su 4) non da lei. O (quantomeno) non da squadra di Javorcic. Per come abbiamo imparato a conoscere lo spalatino, la cosa non gli sarà certo andata giù. Nella forma prima e più che nella sostanza. Un paio di considerazioni a margine vanno comunque fatte. La coperta (a questo livello) è sempre corta. Se metti Gazo e Colombo in mediana guadagni in quantità (non ieri), concedendo qualcosa in costruzione. E costringendo Santana girare troppo al largo dall’area per fare gioco. Insomma, contro certi avversari trovare il giusto equilibrio è (quasi) sempre un rebus. Soprattutto se la difesa si prende una domenica libera. Peccato. Ripensando alla prova massiccia del “Piola”. Sulla scelta di far esordire Tornaghi tra i pali, stiamo alle parole del croato: “Ho visto Mangano un po’ stanco dopo questa settimana”. A occhio e croce, forse non era l’unico.

Domenica per i tigrotti con l’Albissola comincia un altro campionato. Quello degli scontri diretti. Nell’attesa di un novembre da 4 gare (su 5) in casa (Pontedera, Arzachena, Lucchese e il recupero con il Siena oltre alla trasferta con il Pro Piacenza). Un miniciclo da capitalizzare al meglio. Cercando di imparare a pareggiare le partite che non si possono vincere. Qualità che nella corsa salvezza può fare tutta la differenza.                                                   

Giovanni Castiglioni