Le Delegazioni provinciali rappresentano, in un’ottica di decentramento amministrativo, il livello istituzionale calcistico più prossimo per le società di calcio dilettantistiche. Sono di competenza della Delegazione l’organizzazione dei campionati di Seconda e Terza categoria e, per quanto riguarda il settore giovanile, tutta l’attività di base e i campionati di livello provinciale nell’agonistica. In virtù di tali prerogative,  con la sola finalità di dare un contributo che possa agevolare il confronto in termini propositivi e costruttivi in merito all’organizzazione dei campionati provinciali del settore agonistico, dopo aver sentito la voce di alcuni tecnici, conosciamo, attraverso le parole del Delegato provinciale, Alessio De Carli, il punto di vista della Delegazione di Varese rispetto alcuni rilievi critici emersi.

Alla valutazione, abbastanza diffusa, che i campionati provinciali nella loro fase autunnale mancano di equilibrio e uniformità tra le formazioni partecipanti, risultando poco formativi nel percorso di crescita calcistica dei ragazzi, cosa risponde la Delegazione di Varese?
Comprendo alcuni rilievi critici e nessuno di noi ha piacere nel vedere e sapere di incontri che finisco 10 a 0, ma bisogna guardare in modo più ampio tutta la gestione per comprendere che le possibili riforme dei campionati non sono di facile soluzione. Una base di discussione potrebbe essere quella di fare 2 gironi provinciali, differenziando le formazioni partecipanti per livello, con campionati che durano tutta la stagione. Una formula del genere pone, solo per fare un esempio, due questioni: quali criteri adottare per definire il livello delle squadre partecipanti? Come stabilire l’accesso ai campionati Regionali? L’attuale formula ha delle criticità, ma almeno non preclude a priori, a nessuna squadra anche se espressione di una piccola società, di poter ambire e dimostrare sul campo di valere il livello Regionale. Detto questo, la posizione della Delegazione di Varese è sempre stata quella della più ampia disponibilità nei confronti delle società a discutere e decidere insieme durante le riunioni preposte. Purtroppo, uno dei dati con i quali dobbiamo fare i conti è la bassa partecipazione delle società alle riunioni, dove si possono avanzare proposte ed entrare nel processo decisionale, e l’assenza di proposte concrete. Noi, lo ribadisco, rimaniamo aperti e disponibili, nelle occasioni e sedi preposte, al più ampio confronto e alla condivisione degli aspetti organizzativi riguardanti i campionati”.

Alcune società hanno due, tre squadre, di cui solo una può fare classifica, altre faticano a fare una squadra in grado numericamente di affrontare il campionato: cosa ne pensa delle proposta di porre un tetto ai tesseramenti per  ogni categoria?
Personalmente non sono di questo avviso, se ci sono società che hanno strutture, persone e mezzi per educare e allenare adeguatamente un elevato numero di ragazzi non vedo perché vi si debba porre dei limiti. La nostra preoccupazione è quella di promuovere l’attività calcistica giovanile nella sua totalità, cercando di curare il più possibile che i ragazzi vengano accolti in ambienti sani e seguiti da persone preparate, non è rilevante se questo avvenga in una piccola società oppure in una più grande e strutturata”.

Come si pone la Delegazione in merito alla posizione che critica l’attuale impossibilità delle seconde squadre di fare classifica e conseguente demotivazione dei ragazzi coinvolti?
La passata stagione a tale proposito abbiamo avuto un’esperienza negativa nel girone primaverile. Avevamo dato la possibilità di fare classifica anche alle seconde squadre e due squadre della stessa società sono arrivate alla fine giocandosi la vittoria del campionato, questo ha provocato un’infinità di polemiche”.

La proposta, per le società che iscrivono due o più squadre a uno stessa categoria, di vincolare una rosa di ragazzi a una sola formazione senza che vi siamo spostamenti  di giocatori  in base a calcoli di risultato, potrebbe permettere a tutte le squadre di fare classifica?
È una buona proposta, ma di difficile gestione nella pratica. Vedo molto difficoltoso operare l’attività di controllo”.

Viene invocato maggiore controllo sull’operato di società e allenatori, troppo propensi alla ricerca del risultato, a discapito della qualità del percorso nei settori giovanili. La Delegazione come opera in termini di controllo dei tesserati?
Le partite che vengono giocate sono tante rispetto le nostra possibilità di essere presenti sul campi. Noi facciamo il possibile, quando vediamo o ci viene segnalato qualche comportamento non idoneo al contesto dell’attività giovanile richiamiamo i diretti interessati al fine di ricondurli a una condotta consona al loro ruolo. Altre situazioni non sono di nostra competenza. Il mio auspicio  è quello che si diffonda la consapevolezza di appartenere, nel rispetto dei proprio ruoli, allo stesso mondo, cercando di avere una visione e dare un contributo che vada oltre il solo ritorno personale, questo per il bene del movimento calcistico. Noi, come Delegazione, siamo sempre disponibili al confronto”.

Marco Gasparotto