Quattro partite di fila non si perdono per caso. Purtroppo. E il poker della Pro Patria non fa certo eccezione. Circostanze, qualche torto arbitrale, un pizzico di malasorte. Tutti aspetti che nel calcio possono condizionare l’andamento di una partita (forse due), non quattro consecutive. Realtà con cui sarà il caso di fare (duramente) i conti all’istante. Onde evitare che la striscia negativa si allunghi ulteriormente. La sconfitta di ieri con la Pro Vercelli (immeritata e di misura) rischia di diventare così il benchmark (o il manifesto) dell’avvio di stagione bustocco. Per quanto ci si provi, gli altri ne hanno sempre di più.

Secondo Transfermarkt.it la rosa piemontese vale 4,98 milioni di euro, quella biancoblu 2,38. Vabbeh, ma mica si vince con queste cose! Sdeng! Nulla di più sbagliato. Dalla Serie A in giù la potenza di fuoco economica scrive classifiche e campionati. Con poche (per quanto notabili) variazioni sul tema. Ne avevamo già scritto il 19 settembre all’indomani del successo sulla Pistoiese. Per raffreddare gli entusiasmi e per lanciare un sasso nello stagno della discussione. Il nodo è venuto al pettine prima di quanto si potesse ragionevolmente immaginare.

La parola alla difesa potrebbe però appellarsi ad un argomento solidissimo. Ieri tutta questa differenza non si è vista. Obiezione accolta. Con riserva. Perché se è vero che ai punti (ma il calcio non è la boxe), la Pro Patria avrebbe (stra)meritato il pari, lo è altrettanto il fatto che la qualità non ha bisogno di molto per manifestarsi. Una gran giocata di Germano e una difesa attenta. Per mettere sotto i tigrotti ieri non è servito altro. Modalità minimalista che accende sul cruscotto di Javorcic una spia ben più allarmante di quella innescata dalle sconfitte con Olbia, Carrarese e Juventus Under 23.

Con queste premesse, gli appuntamenti in agenda con Novara (mercoledì ore 20.30, stadio “Piola”) e Piacenza (domenica ore 16,30, stadio “Speroni”) dovrebbero sfiorare il proibitivo. Davvero così? Vietato pensarlo. Figuriamoci scriverlo. Ma la squadra vista sinora non può comunque bastare. Nella prestazione del collettivo e (soprattutto) in quella dei singoli. Ieri nel post partita Matteo Battistini ha tagliato corto sulla ricetta riscatto: “Dobbiamo essere più cattivi”. Banale. Ma verissimo. Come tutte le cose banali. Per vincere un campionato servono qualità, costanza ed attitudine. Per salvarsi idem. Cioè, sempre qualità, costanza ed attitudine. Ma di altro genere. Per certi versi opposto. La stagione passata abbiamo ammirato le prime. Quest’anno, attendiamo ancora di vedere le seconde.

Giovanni Castiglioni