“Arbitro corrotto. Pagato dalla Pro Patria“. A parlare non è un curvaiolo bluceleste ma (in sala stampa), il presidente lecchese Di Nunno. Peccato che in seconda fila ci sia Patrizia Testa scambiata per esponente della stampa bustocca: “Lei chi è?“. E rincara la dose: “A vincere i campionati è sempre chi non paga i giocatori. Non le persone a posto. È la terza partita che mi ruba la Pro Patria. Mi hanno detto che quest’arbitro è di prima fascia. Faccio una telefonata a qualcuno che lo manderà in Terza Categoria“. Per poi chiudere (questa volta al cospetto di Javorcic): “Ti auguro di far bene. Pensa però a rubare un po’ meno. Tanto domenica perdi con il Rezzato“. Senza parole. Se ne sono già dette anche troppe.
Per completare, il pensiero (più articolato) dei due tecnici. Partendo da Delpiano: “Ci voleva più buon senso da parte dell’arbitro. La squadra si è sentita derubata e ha reagito in quel modo. Mi dispiace perché è chiaro chi sia stato il peggiore in campo“. Javorcic è visibilmente provato: “Faccio i complimenti alla mia squadra e a Bertani per il grande gol. Abbiamo mantenuto dignità e non era semplice. I miei giocatori sono stati provocati ed insultati. Anche con l’uomo in più il risultato non era scontato. È quello che ho detto alla squadra nell’intervallo. L’arbitro? Non voglio parlarne. Questo non è più calcio“. In tutti i sensi.
Giovanni Castiglioni