Uno, nessuno e centomila. A Pirandello questo Rezzato sarebbe piaciuto parecchio. Immagine di sè stessi e percezione degli altri. Relativismo psicologico che nel club bresciano trova opposta (e paradossale) declinazione. In soldoni, tutti ti considerano la favorita. Tu (magari), pensi anche di esserlo. La realtà (cioè la classifica), al momento, dice però tutta un’altra cosa. Che in fondo poi, è anche l’unica che conta. Secondo Transfermarkt (autorevole ed accuratissimo sito di statistiche e valutazioni sportive), la rosa del Rezzato è la più ricca dell’intera Serie D. Nel dettaglio, 2,23 milioni di euro per 27 giocatori (pari ad un valore medio di 82 mila euro). Solo l’Imolese (Girone D) ha una valutazione prossima (ma comunque inferiore): 2,13 milioni per 76 mila euro medi. Nessuna delle restanti 165 società di quarta serie ha (o avrebbe) un valore superiore ai 2 milioni. Ovviamente i dati in questione hanno una comprensibile componente aleatoria. Ma seppur fatto all’ingrosso, il ragionamento di fondo non si sposta di una virgola.

Con queste premesse, il campionato dovrebbe essere chiuso da un pezzo. Per citarne solo un paio, la Pro Patria capolista vale poco più della metà (1,25 milioni), la rivelazione Pontisola meno di un terzo (675 mila). Chiaro come nel calcio 2+2 non faccia necessariamente 4. Anzi, spesso l’abbondanza (o sovrabbondanza) fa a pugni con la resa effettiva. E con i risultati sul campo. Infatti il Rezzato è a meno 5 dai biancoblu in attesa del ferale incrocio di domenica (ore 14.30, stadio “Speroni”). Stesso contrappasso per l’Imolese attualmente quarta a 8 lunghezze dal Rimini. L’obiettivo resta comunque quello dichiarato: primo posto e approdo tra i professionisti. Ambizione a cui strizza l’occhio anche la ragione sociale: SDL Revolution. Marketing aziendale e target sportivo sposati in una squadra che vuole anche essere il veicolo di un marchio.

Standard che non esclude però parecchia pressione (se non addirittura fretta) su un ambiente che per storia, pubblico e contesto sarebbe invece l’ideale quinta di una stagione senza assilli. Basti pensare a Quaresmini sostituito in panca da Emanuele Filippini quando era ad un solo punto dalla vetta (anche se con una gara in più). Oppure ai 35 giocatori passati dalla rosa azzurra (30 con almeno una presenza). O ancora ai 5 arrivi da dicembre ad oggi (Coly, Giorgino, Gualdi, Mair più Tissone solo 7 giorni fa), a compensare gli 8 precedenti svincoli voluti dal patron Sandro Musso (Dadson, Degl’Innocenti, Franchi, Gentili, Marzeglia, Minicleri, Picozzi, Selvatico). Uscite pesanti da 83 presenze e 13 reti complessive. Tra l’altro, tre di questi (Franchi, Minicleri e Marzeglia), titolari il 10 settembre nell’1-1 dell’andata con i tigrotti (proprio Franchi e Santana su rigore i marcatori).

Insomma, tutti segnali di un’inquietudine di fondo che (allo stato), sta pagando dividendi inferiori al bilancio preventivo. Ne sa qualcosa anche Ivan Javorcic, passato attraverso la stessa proprietà ai tempi della sua breve esperienza al Mantova. La vulgata resta comunque dalla parte dei bresciani. Con il ruolo di naturali favoriti accompagnato (quasi sempre), da un asterisco che ha tutta l’aria di una sentenza. Sollecitato sull’argomento il DS della Virtus Bergamo Mirco Poloni espresse ad ottobre un’opinione largamente condivisa: “Il Rezzato più forte. La Pro Patria più squadra”. Domenica il dualismo troverà fatalmente una sintesi sul campo.   

Giovanni Castiglioni