Riepiloghiamo. Contrariamente a quanto sarebbe stato logico aspettarsi, la deadline di sabato 30 per l’iscrizione alla prossima Serie C ha registrato il (quasi) tutto esaurito. In realtà, parecchi club avrebbero presentato domande incomplete della fidejussione e/o del documento che certifica l’avvenuto pagamento di stipendi e contributi al secondo trimestre 2018.
Nel dettaglio, almeno 6 società non sarebbero in regola: Reggiana (fidejussione e stipendi e altro tempo preso in vista di un possibile passaggio di proprietà), Juve Stabia (fidejussione), Cuneo (fidejussione), Fidelis Andria (fidejussione), Pro Piacenza (l’ingresso in zona Cesarini della Seleco non ha consentito il completamento della documentazione), e Lucchese (arretrati sul pagamento degli stipendi).
Giovedì 5 luglio verranno analizzate le pratiche da integrare. Chi completerà gli adempimenti fuori tempo massimo incorrerà comunque nel deferimento rischiando punti di penalizzazione nel prossimo campionato. Chi non lo farà (chiaramente), dovrà ripartire da altra categoria.
Di fatto, rispetto a chi ha maturato il diritto alla partecipazione alla terza serie, la sola piazza mancante sarebbe Bassano (dopo la fusione con il Vicenza). Lo stesso Mestre (chiamatosi fuori con una lettera indirizzata al presidente di Lega), si è poi palesato a Firenze con la documentazione in regola. Dando per scontato il ritorno alla suddivisione latitudinale dei gironi (nord/centro/sud), entro il prossimo fine settimana dovrebbe quindi essere più chiara la platea delle partecipanti. Seppur ancora al lordo dell’assortimento di pericolanti in Serie B (Cesena in testa), il format a 60 squadre è quindi fortemente a rischio. Soprattutto se (come pare), il progetto seconde squadre dovesse essere procrastinato all’anno prossimo. In questo senso la volontà delle grandi (Juventus a parte), sembrerebbe andare in quella direzione.
Qualche giorno fa il vertice di Lega Gabriele Gravina ha allontanato le ombre: “Sarà un’estate complicata, ma questa volta la categoria con meno problemi sarà proprio la nostra”. Probabilmente ha ragione. Ma (allora), figuriamoci le altre.
Giovanni Castiglioni