L’Ispra Calcio è una nuova realtà nel panorama del calcio femminile nostrano e la squadra di mister Fasola è impegnata nel campionato di Promozione (Serie D). Domenica scorsa le ragazze hanno vinto 2-1 contro l’Afforese e si sono portate a 6 punti in classifica dopo tre turni.
Come ogni mercoledì, una delle giocatrici in rosa si presenta. Dopo Ileana Bertolaso, oggi tocca a Cinzia Drago.

Sono cresciuta in una famiglia tifosa, una tradizione che si tramanda da che ho memoria. Ricordo le domeniche passate con nonni e zii nel salone dei miei genitori a esultare e soffrire con e per la Vecchia Signora. La mia passione è nata da quei momenti magici. Ovviamente era fuori da ogni schema poter provare a giocare seriamente e io non ho mai chiesto di farlo perché anche per me era strano che una ragazza giocasse a calcio. Ho avuto la fortuna di crescere nel periodo in cui i bambini stavano tutti riuniti nei cortile senza tanti pericoli e, visto che la maggior parte erano maschi, il gioco che andava per la maggiore era il calcio. 

Un giorno il mio vicino di casa, allenatore di calcio dei bambini, decise di creare una squadra femminile ad Angera. Avevo più o meno 14 anni mi iscrissi subito, con mia sorella (difensore) e mia mamma (portiere); io invece ero il libero mi spostavano in tutti i ruoli. La squadra però non decollò, non ci iscrissero a nessun campionato e dopo 2 anni di soli allenamenti la squadra si sciolse. Mi dedicai ad altri sport ma mai con quella passione che mi viene naturale con il calcio. 

Finalmente nel 2011 scoprii che era stata ricreata la squadra ad Angera ci andai subito,finalmente una squadra iscritta al campionato CSI a 7. Le prime stagioni furono difficili, scarsi risultati e molti contrasti interni mi demoralizzarono parecchio, ma con il tempo le cose cambiarono parecchio, ci spostarono a Ispra e i primi risultati positivi arrivarono. Il miglior periodo fu proprio quello passato a Ispra, finalmente avevamo trovato il mio ruolo, difensore, ero in forma smagliante. 

Per una donna però le cose posso cambiare in pochissimo: subito dopo la fine del campionato del 2014/2015 rimasi incinta e, per giusta causa, dovetti rimanere ferma per 2 anni. Troppo tempo secondo i miei standard, avevo fretta di ricominciare ma tutto mi remava contro. Passai un brutto periodo, tanto che il mio compagno di vita (un anti calcio convinto) mi spinse a forza a ricominciare.
Una nuova sfida mi si è presentata, il campionato a 11 in serie D. Mai pensavo di arrivare così in alto e inizialmente ero molto scettica e avevo paura di non essere all’altezza. Ora, invece, la sfida proposta mi piace parecchio e, nonostante i miei doveri di mamma, so di dare il massimo per arrivare a un buon livello. La strada è lunga ma mai arrendersi!