Contrariamente alla norma, seppur esposto alla centrifuga di un pomeriggio di ordinario diluvio, l’1-0 con il Lumezzane non perde nessuna taglia. Anzi, i 3 punti contro i rossoblu hanno il confortante sapore della vena ritrovata. E, semmai fosse stato (soc)chiuso prima, del campionato riaperto. Ivan Javorcic era probabilmente il primo ad attendersi delle risposte: “E’ stato importante tornare alla vittoria. I ragazzi hanno fatto la partita che dovevano. Non essere riusciti a chiuderla prima ormai fa parte di noi. Dobbiamo prenderne atto. Ma la squadra ha avuto la capacità di adeguarsi alle condizioni a differenza di quanto aveva fatto a Caravaggio. E, lo ribadisco, è giusto sottolineare quanto hanno fatto i ragazzi“. La sensazione è che le due settimane di stop abbiano ridato smalto alla truppa tigrotta. Anche in virtù dello scivolone del Rezzato: “Può essere. Avevamo bisogno di tornare ai nostri ritmi di lavoro. E già negli ultimi giorni avevo capito che la squadra si era preparata molto bene. La mia vitalità in panchina? Nulla di calcolato. Sono sempre spontaneo”. Tenendo aperta l’icona sul marcatore (“Negli spogliatoi c’era una discussione sul fatto che avesse toccato palla anche Pettarin, la voglio rivedere”), il più intrigante spunto offerto dalla gara è stata la mezzoretta scarsa di Galli nel ruolo di mezzala: “E’ un ragazzo intelligente calcisticamente. E’ una cosa che abbiamo provato spesso”.
Francesco Gazo torna sul jolly regalato dalla sconfitta del Rezzato di 7 giorni fa: “Non posso negare che il loro risultato ci ha dato una spinta in più. Ci ha aiutato. Oggi eravamo attenti, tutti sul pezzo. A differenza di Caravaggio dove abbiamo sbagliato l’atteggiamento. Non ci era mai successo e ne abbiamo fatto bagaglio”. Ma non è che alla fine, sia proprio Gazo uno degli indispensabili? “La squadra ha vinto anche senza di me dal primo minuto. Qui c’è davvero bisogno di tutti”. Non può dirlo. Ma è lecito pensarlo.
Giovanni Castiglioni