Acquisito che a Trento imperversa la NBC (non quella americana ma la radio locale), a fare da stopper alle interviste altrui, nel post partita del “Briamasco” resta il classico clima umidiccio delle aspirazioni tradite. Ivan Javorcic vuole crederci ancora: “Bisogna rialzarsi. Il calcio è imprevedibile in questi finali di stagione. Certo, oggi non abbiamo visto la Pro Patria migliore. Ma queste sono partite particolari. Non posso dire niente ai ragazzi. Per certe valutazioni ci sarà tempo. Adesso bisogna stare tutti uniti“. Concetto difficile da far passare dopo uno 0-0 maturato ad avversario in doppia inferiorità numerica: “Il Trento ha fatto una gara basata molto sull’agonismo. Sorpresi dalla loro disposizione tattica? No, ce l’aspettavamo“. Squadra evidentemente scarica. Troppe energie nervose spese per vincere gare che si sarebbero dovute dominare? Pensiamo allo Scanzorosciate, tanto per dirne una. Opinione probabilmente non così peregrina.

B2D66640-B9CD-4DE1-9E8C-753A96B20ED2E sull’argomento si spende anche Riccardo Colombo, sindacalista d’occasione nonostante abbia visto il match dalla panchina. “È una considerazione che ci può stare. Oggi c’è stata poca lucidità. Molta confusione nel gestire la palla. Anche alla fine quando dovevamo gestire meglio la superiorità numerica. Troppa frenesia. Anche il campo non ci ha dato una mano. Ma queste partite non sono semplici“. E adesso? Finita? “Per nulla. Tutte le partite sono tirate. E per il Rezzato domenica non sarà facile con il Lecco, una squadra di temperamento“. Appesi alle lune del Lecco. Il degno finale di una stagione beffarda.

Giovanni Castiglioni

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