Fa ancora notizia la Openjobmetis che vince compiendo un’impresa? Probabilmente sì, ma ci piace pensare che possa diventa una consuetudine per tutto il girone di ritorno. Dopo gli straordinari successi su Venezia e Milano, i biancorossi si sono ripetuti espugnando – per il secondo anno di fila – il PalaDesio nel derby esterno contro Cantù.

Prima del derby di ritorno dello scorso campionato, l’ultimo successo biancorosso in casa canturina risaliva addirittura alla stagione 2006/2007. È facile capire, dunque, come vincere due derby consecutivi in trasferta – e tre in generale, considerando quello d’andata al PALA2A – sia un filotto degno di rimanere negli annali della storia recente della Pallacanestro Varese.

L’aspetto più rilevante di questo successo è situato nel fatto che Varese ha sostanzialmente vinto due partite diverse: i biancorossi hanno chiuso dapprima in vantaggio un primo tempo giocato ai ritmi di Cantù e su punteggi stellari (51-56 al 20’), poi sono riusciti a rimanere avanti anche quando la circolazione di palla ha iniziato a rallentare e c’è stato bisogno di maggior fosforo e di maggiori capacità di contenimento a metà campo.

La OJM, dunque, ha dimostrato di saper rivaleggiare anche giocando una pallacanestro non sua, quella fatta di corsa e di triple (8/13 dall’arco prima dell’intervallo lungo) dei primi venti minuti. Poi, con sapienza, ha saputo costringere Cantù a rallentare, imponendo una pallacanestro più nelle corde di Wells e compagni. È arrivata poi un’altra perfetta – la terza in fila – gestione del finale di gara, nonostante Cantù fosse riuscita a tornare sul pari a 1’ dalla fine.

Decisivo per la vittoria, più di tutti, Tyler Cain, autore di 13 punti (5/6 al tiro) e 18 rimbalzi, nonché del canestro a rimbalzo offensivo che ha riportato Varese avanti con una manciata di secondi da giocare. Cain è stato un rebus irrisolvibile per i lunghi canturini, anche se – sulla copertura a rimbalzo – pesa la scelta di Sodini non aver provato Burns o Crosariol per provare a contenere un giocatore che, sotto le plance (5 rimbalzi offensivi nel secondo tempo), stava avendo vita troppo facile contro Charles Thomas.

In generale, Cantù ha dimostrato una scarsa propensione a provare a sporcarsi le mani a rimbalzo, concedendo nel secondo tempo ben dieci secondi possessi. Sono stati in particolare Cain (18 rimbalzi) e Okoye (12) ad approfittarne: in due hanno catturato un numero di carambole paragonabile al dato dell’intera Cantù (34). È poi da segnalare la chirurgica precisione con cui Varese si è presa tutto ciò – ed è stato tanto, soprattutto nel primo tempo – che la difesa canturina ha concesso per scarsa applicazione o per assenza di comunicazione.

La Openjobmetis, insomma, sembra avere assimilato appieno i concetti su cui sta lavorando da inizio stagione ed è migliorata notevolmente in lucidità e gestioni: non ha più un solo spartito, ma sa leggere la partita sulla base delle caratteristiche dell’avversaria di turno. Un rendimento come quello di inizio girone di ritorno dovrebbe garantire una salvezza più che tranquilla e la speranza a Masnago è che il momento di forma possa continuare in tal senso. Si può pensare anche a qualcosa di più della salvezza? Chissà…

Filippo Antonelli