Matteo Tambone si sarebbe fatto spaccare in due piuttosto che consegnare la vittoria a Brescia. Perchè certe cose ti restano. Perchè certe cose non le dimentichi. Mai.
“Tutti quelli di noi che erano presenti nel playoff giocato a maggio contro Brescia sentivano la gara d’esordio contro la Leonessa in maniera particolare e, di sicuro, – dice Tambone – nessuno di noi voleva concedere la quarta vittoria consecutive a Moss e soci. Non solo: con questo pensiero dominante in testa abbiamo cercato di trasmettere la motivazione anche ai nuovi arrivati e, alla fine, ne è uscita una gara davvero dura, molto impegnativa dal punto di vista fisico e mentale nella quale, va a nostro merito esclusivo, siamo stati bravi a restare dentro per tutti i quaranta minuti. Soprattutto nel finale quando Brescia con quel canestro di Allen sembrava avesse messo le mani sulla vittoria. In quel frangente siamo stati ancora più intensi e compatti in difesa costringendo gli ospiti a tiri difficili, contestati, sempre con le mani in faccia, mentre sul fronte offensivo questa volta, in una miscela tra bravura e un pizzico di fortuna siamo riusciti a chiudere i conti a nostro favore”.

Conti che Brescia ha dovuto fare soprattutto contro un Avramovic da cineteca.
“Beh, Alexa ormai lo conosciamo un po’ tutti: quando va in trance agonistica non le fermi nemmeno con il mitra. Il suo primo tempo è stato qualcosa di fenomenale e noi, giustamente, lo abbiamo alimentato e assecondato il più possibile. Poi, però, nella ripresa quando “Avra” è tornato a livelli terrestri, è venuta a galla la nostra consistenza di squadra con quattro uomini in doppia cifra e protagonisti diversi nei vari momenti del match, vedi Archie, Scrubb, Ferrero e, ovviamente, Moore, determinante col suo triplone finale”.

A te sono mancati i classici piazzati coi piedi per terra, mentre Cain, in attacco, non ha partecipato alla “festa” e stranamente ha segnato il passo.
“Per quanto mi riguarda, e ne sono dispiaciuto, ho sbagliato un paio di tiri aperti, mentre altri due sono stati frutto di costruzioni sbagliate e cattivo “timing” di squadra. Invece, se rivedo mentalmente il match di Tyler dico che personalmente sono contentissimo della prova di Cain perchè il nostro centrone ha giocato, come sempre, una partita importantissima a livello difensivo e di grande presenza in attacco. Non a caso Brescia, che evidentemente lo temeva parecchio, scegliendo di raddoppiare e riempire l’area su di lui, ci ha regalato ampi spazi sul perimetro che noi abbiamo capitalizzato con un ottimo 15/34 dall’arco dei 3 punti. Non male, direi”.

Anzi, come si usa dire, “buona” la prima: viatico perfetto per presentarsi sereni a Sassari.
“Sassari è una squadra che schiera almeno 3-4 giocatori dotati di grande talento offensivo quindi, in Sardegna, sarà più importante che mai “segnare il territorio” con la forza della nostra difesa e con la capacità di controllare il ritmo. Una gara difficile, certamente complicata, da preparare con grande accuratezza, ma assolutamente alla nostra portata per un gruppo come il nostro che – conclude il “Tambo” – è in fiducia totale”.

 Massimo Turconi