Essere un vincente, come Tyler Larson dice di essere, significa che dopo una ventina di minuti spesi in una partita scialba, quasi anonima, hai ancora lo spirito, la voglia e il carattere per mettere a segno i colpi vincenti. Essere un vincente significa che in quei momenti lì la mano non ti trema e il coraggio per assumerti responsabilità pesanti non ti manca. Tyler Larson, nel match vincente contro Reggio Emilia, ha fatto tutto questo cancellando con un finale arrembante – tripla del 68-69 fondamentale per ricucire lo strappo e, a seguire, quella del 76-69 per dare la mazzata definitiva ai reggiani – il senso di una gara fino a quel momento abbastanza inconcludente.
“In una gara fatta di strappi continui e – dice Larson – caratterizzata soprattutto da parziale occorreva avere pazienza perchè la partita venisse in qualche modo, qualsiasi modo, dalla mia parte. Fino ai minuti finali ho atteso poi, quando ho visto la difesa reggiana fuori equilibrio ho colpito dalla posizione centrale ed è andata bene. Ma tutto, ripeto, è stata una questione legata ai tempi del match. Bisognava solo attendere i tempi maturi, anzi, perfetti”.

Una partita che dopo un inizio scintillante sembrava dovesse correre via senza intoppi. Invece…
“Invece, a conti fatti, si è rivelata più dura del ferro, ma in realtà – continua Tyler -, devo anche aggiungere che nessuno di noi ha mai creduto in una partita agevole. Eravamo perfettamente consapevoli della forza di Reggio Emilia e sapevamo che dopo un avvio del genere (28-10 alla fine del primo quarto, ndr) loro avrebbero reagito con ogni mezzo. Nella fattispecie il “mezzo”, da parte dei reggiani, è stato il ricorso ad una zona appiccicosa, che ci ha messo in difficoltà perchè abbastanza mobile e fastidiosa sul primo fronte. Reggio è stata brava a toglierici ritmo e linee di passaggio e noi, senza fare canestro con una certa continuità (40% il secondo periodo, 33% il terzo, ndr), abbiamo faticato tantissimo. Però, nell’ultimo periodo, siamo stati più efficaci nell’aumentare velocità (25 punti segnati dopo due periodi da 12 e 15, ndr) e anche nel trovare soluzioni interne con i passaggi e con le penetrazioni. Tuttavia, vorrei sottolinearlo, la chiave vincente del match contro Reggio è stata ancora una volta la difesa. Nell’ultimo quarto loro hanno segnato pochissimo, solo 14 punti, e con brutte percentuali (4/17 dal campo) che, penso, siano frutto della nostra aggressività e intensità”.

Per effetto di questo successo e di risultati concomitanti, Varese sbarca ufficialmente in zona playoff: contento?
“Felicissimo, ma anche realista e consapevole che, stante la  classifica così corta, dovremo lottare tantissimo e vincere il più possibile per consolidare la nostra posizione. Però, diciamocelo, rispetto a quando sono arrivato (il 26 gennaio scorso ndr), è cambiato tutto ed ora i playoff non sono più un sogno lontano, ma un traguardo realisticamente alla nostra portata. Un traguardo che vogliamo conquistare perchè negli ultimi due mesi non solo ha dimostrato tutto il suo valore, ma in particolare ha fatto vedere che il nostro gruppo ha grandissime qualità e può giocarsela alla pari contro chiunque”.

Tyler Larson, parla dunque da uomo felice e col tono di chi, pur arrivando da Oakland, California, Gold Coast, sole, mare, surf, Golden State Warriors, Stephen Curry e via discorrendo, a Varese ha trovato una dimensione umana probabilmente inaspettata.
“A Varese sto molto bene e, a differenza di quanto succede in California, mi sento sicuro. Vivo ad Oakland, gran bella città, ottimo clima e tante cose belle, ma non è tutto oro quello che luccica e – racconta Larson con una considerazione raggelante -, a Varese mi sento molto più sicuro rispetto a quando sono a casa mia. Girare per Oakland è molto pericoloso ed il rischio di beccarsi una pallottola in faccia o, tuo malgrado, finire coinvolto in sparatorie tra gang è davvero altissimo. Insomma: meglio la calda ospitalità e la tranquillità che mi circondano qui a Varese. Credetemi”.

Fatto, sulla parola. Torniamo al basket e al match di domenica contro Virtus Bologna: snodo cruciale sulla via per i playoff.
“Confermo: vincere a Bologna vorrebbe dire fare un passo avanti determinante per la conquista della post-season. Ci aspettiamo una gara durissima contro una squadra in buona forma e reduce dalla vittoria colta in trasferta a Torino. Ma noi, forse, con 9 vinte nelle ultime 11 stiamo anche meglio e vincere a casa loro – conclude Tyler -, è davvero possibile”.

     Massimo Turconi