E’ iniziata alla fine dello scorso mese di agosto “l’avventura turca” del professor Giuseppe Bosetti e della moglie Franca Bardelli. Dopo tanti anni ad Orago, la coppia è stata chiamata in Turchia dal Vakifbank di Istanbul, uno dei club più ricchi e prestigiosi del mondo, per coordinare le squadre del settore giovanile e portarle ad un alto livello; per riproporre in Turchia, in pratica, il “modello Orago” che ha fruttato una serie di trionfi e ha permesso di lanciare nel mondo della pallavolo che conta diversi talenti.
Tornato in Italia per qualche giorno per festeggiare il Natale in famiglia, Bosetti traccia un primo bilancio. “Mia moglie ed io stiamo bene e mi ritengo molto fortunato di poter vivere un’esperienza così importante e formativa anche dal punto di vista umano. Stare lontano da casa non è facile, ma sono in un’ambiente ideale per poter lavorare”.
Come sta procedendo il percorso con le formazioni giovanili del Vakifbank?
“Tutte le squadre stanno facendo molto bene. Nel campionato di Serie B siamo terze in classifica, con l’Under 18 abbiamo vinto tutte le partite disputate, anche quelle con le altre big, con l’Under 16 abbiamo perso solo contro il Fenerbahce e il Galatasaray, mentre con l’Under 14 stiamo facendo più fatica e con le più forti siamo sempre uscite sconfitte”.
Che cosa c’è di diverso tra allenare in Italia e allenare in Turchia?
“Il turco non aiuta e, sono sincero, devo affinare il mio inglese. A parte qualche difficoltà linguistica, trovo che le ragazze con cui lavoro in palestra quotidianamente siano davvero molto educate e ubbidienti. Prestano attenzione a quanto spieghiamo loro e cercano di imparare il più possibile. Il popolo turco, in generale, è disciplinato ed educatissimo”.
C’è qualche talento di cui sentiremo parlare?
“Per ora è presto perché devono ancora crescere e migliorare; ne hanno di strada da fare. Però voglio spendere una parola per la palleggiatrice titolare dell’Under 18, una ragazza dalle ottime doti e che ha anche la mentalità giusta e la predisposizione al lavoro che serve per una giocatrice professionista. Si chiama Buket Gulubay”.
Ha contatti anche con la prima squadra del Vakifbank?
“Con coach Guidetti abbiamo un confronto costante e a volte lo aiuto durante i suoi allenamenti. Ha una formazione fortissima con la quale è secondo in campionato e alla vigilia di Natale ha vinto la Coppa di Turchia battendo prima il Fenerbahce e poi l’Eczacibasi”.
Che differenze ci sono tra la pallavolo nostrana e quella turca?
“In Italia abbiamo dei tecnici preparatissimi dal punto di vista tattico, aspetto che manca molto in Turchia. E’ per questo, infatti, che spesso i club turchi affidano la panchina ad allenatori italiani. Le società hanno un bacino d’utenza ampio, sono tantissime le ragazze che giocano a pallavolo e il movimento è in continua espansione. In più, aspetto non secondario, si investono fior di soldi in strutture, attrezzature e nelle squadre in sé. La pallavolo in Turchia andrà lontano”.
Riesce a tenersi aggiornato sul campionato italiano?
“Quest’anno il livello mi sembra che si sia alzato. Ci sono 4/5 squadre che stanno facendo molto bene e che sono state costruite con criterio. Ora è ancora presto per pronosticare chi vincerà, ma la lotta sarà avvincente fino all’ultimo”.
Chi è la giocatrice che la sta impressionando di più in positivo?
“Dico Bartsch. E’ una schiacciatrice completa, di quelle che mi piacciono. Attacca forte, è capace di difendere ed è concreta. Secondo me è lei che sta rendendo di più di tutte quante. Haak di Scandicci è brava e giovanissime e bisogna vedere se si confermerà a questo livello”.
Come giudica la stagione della UYBA finora?
“Penso che sia stata costruita finalmente bene. Ha equilibrio e si è espressa su un alto livello di gioco. Di certo, sta facendo una buona annata”.
E le sue figlie?
“Lucia a Scandicci si trova molto bene e sta crescendo di partita in partita. E’ tornata dagli Europei molto stanca e l’ha pagata all’inizio del campionato. Caterina a fine estate ha avuto un virus che l’ha debilitata, ma anche lei si è ripresa alla grande. Sono contento di quello che stanno facendo e sono certo che il loro rendimento crescerà con il prosieguo della stagione. Chiara, la più piccola, invece sta frequentando Lingue all’università Riverside California e ha concluso da poco il campionato universitario. La vogliono riconfermare anche per il prossimo anno”.
Orago, infine, sta metabolizzando la sua partenza?
“Dopo tanti anni con me e mia moglie non era facile cambiare, ma Bolzoni e l’intera società stanno rispondendo positivamente. La B2 è formata da ragazze molto giovani e non è un campionato facile; le Under sono tutte qualificate alla fase successiva. Sono contento e spero possano proseguire nel migliore modo possibile”.
Laura Paganini