La perfezione non esiste. Gli antichi adagi non mentono quasi mai, sicuramente non in questo caso. Osservando quei corpi volteggiare però un minimo dubbio verrebbe ad ognuno di noi. Dunque esiste la perfezione? Diciamo piuttosto che esiste la ricerca della perfezione, tormento del genere umano da secoli. È l’essenza della ginnastica artistica: perfezionismo e precisione assoluta nei movimenti che si dissolvono nella leggerezza e la sinuosità strabiliante del gesto atletico, delizia per gli occhi. È l’essenza della storia di Ludovico Edalli, il miglior ginnasta italiano fresco vincitore dei campionati assoluti di Riccione 2018.

Nulla nella sua carriera è lasciato al caso, battesimo a parte. Sì, perché Ludovico alla ginnastica si avvicina per uno strano intreccio familiare: suo fratello maggiore ha un muscolo della spalla atrofizzato dalla nascita e sua madre, ex ballerina, lo porta a fare fisioterapia vicino alla Pro Patria Bustese, la società sportiva di Busto Arsizio, città natale del fratellino che presto s’innamora perdutamente di questo sport.

QUESTIONE DI TESTA –Ho una testa dura come il cemento e nemmeno gli infortuni mi possono fermare – rivela Ludovico –. Le scelte non sono degli ostacoli perché sto facendo quello che mi piace”. È la costanza il segreto trasparente di Ludovico che si allena due volte al giorno per concedersi nel weekend delle belle escursioni unite al piacere di provare nuovi sport appena può. “Essere il migliore non è mai stato il mio scopo nello scopo. La passione ed il benessere fisico sono diventati la mia forza anche perché non sono mai stato costretto da nessuno. Quello che ho conquistato è arrivato grazie al tanto lavoro”.

E’ SUBITO ORO – La prima soddisfazione arriva alla soglia della maggiore età. Agli assoluti di Meda 2011 Ludovico Edalli sale per la prima volta sul tetto d’Italia: è nata una stella. “Ero appena passato nei senior e mi sono ritrovato contro un grandissimo come Enrico Pozzo. Essere a 17 anni più in alto di lui penso che mi abbia cambiato la vita. Lì probabilmente ho compreso di avere davvero qualcosa da giocarmi”.

Edalli ridEMOZIONI A CINQUE CERCHI – Il caso bussa di nuovo alla porta. Nel 2016, come oggi, Ludovico è il più forte ginnasta della nostra penisola insieme a Matteo Morandi che alle qualificazioni per le olimpiadi gli confessa sottovoce: “passi tu”. Il karma chiude un occhio e per mezzo decimo Ludovico Edalli stacca il pass per Rio, dove sarà l’unico rappresentate della ginnastica maschile tricolore. In terra brasiliana poi succede l’incredibile: Ludovico si aggira da solo nel palazzetto e i supporter americani, quelli più scalmanati con la scritta ‘America’ dipinta sul petto a caratteri cubitali, adottano quegli occhi pieni di grinta, lo applaudono, lo incitano, tifano per lui che torna a casa con un sorriso amaro. “E’ stato un momento di grande orgoglio, sentire l’inno italiano mi emoziona ogni volta, ma paradossalmente anche il più triste della mia carriera. Non aver raggiunto la finale alle olimpiadi mi ha riempito il cuore di dispiacere”.

Il percorso post olimpico si prospetta impervio: orgoglio misto a delusione, ma c’è una figura che riesce a far riemergere il vero Ludovico Edalli. È il suo idolo Alberto Busnari, nonché suo ex allenatore e spalla nella conquista del primo oro agli assoluti. “Mi ha aiutato in ogni difficoltà, un amico con cui mi sono trovato sempre molto bene. E’ riuscito a tirare fuori quello che io non riesco a trovare in me stesso dal punto di vista ginnico”. Senza dimenticare il suo team di allenatori attuali che gli ha fatto riscoprire il bello del suo sport.

NON SOLO GARE – Il 2012 è l’anno della celebrità. Ludovico entra a far parte del corpo di ballo diretto dallo scenografo Daniel Ezralow che si esibisce al 62° Festival di Sanremo. Si misura con una “disciplina più libera meno studiata, in cui sono ammessi degli errori” e viene a contatto con la macchina televisiva: una realtà che per certi versi, nella cura quasi maniacale del dettaglio, lo rispecchia; poi MTV lo ingaggia per il reality show ‘Ginnaste Vite Parallele’, dove un gruppo di ragazzi si allenano in preparazione alle Olimpiadi di Londra. Lui resta in disparte, non si sente un vip, i riflettori non lo attirano perché la ginnastica “è mia, l’ho costruita io con i miei sacrifici e la tengo per me”.

È lampante il rapporto personale, strettamente confidenziale tra l’atleta ed il proprio sport. “La ginnastica è la mia vita – afferma Ludovico –. Ci ho sempre creduto e credo sia stata fondamentale nella mia crescita, mi ha formato. Mi piacerebbe tanto rimanere nell’aeronautica militare, soprattutto nel gruppo sportivo, ritornare all’Università e poi trovare lavoro, magari nello sport”. Obiettivo futuro? Inutile dirlo: Tokyo 2020.

Alessio Colombo