Il Verbano comincia a scaldare i motori in vista della prossima stagione, la prima agli ordini di Alessandro Marzio, ex Varesina, che torna a Besozzo nelle vesti di allenatore dopo aver indossato la maglia rossonera da giocatore per tre stagioni.
“È davvero un piacere per me tornare qui – comincia Marzio –. Innanzitutto l’esperienza da giocatore è stata molto positiva anche se purtroppo non eravamo riusciti a fare il salto di categoria. In ogni caso a Besozzo ho vissuto bellissimi momenti: la piazza è splendida e la società opera da anni nel migliore dei modi dimostrandosi una delle migliori realtà della categoria”.

Inevitabile un pensiero al suo predecessore, Costanzo Celestini, che per quattro anni e mezzo ha guidato nel migliore dei modi il Verbano: “Celestini ha fatto un lavoro eccezionale. Non ho ancora avuto modo di sentirlo, ma sul finire di stagione ho seguito alcune partite del Verbano e devo dire che la sua mano si vedeva. Non sarà facile mantenersi su quei livelli, ma buona parte dell’ossatura della squadra è rimasta e per me sarà una grande sfida; spero di essere all’altezza”.

Nel mondo del calcio sfide come questa sono il pane quotidiano con cui andare avanti e a tal proposito per fronteggiare la pressione Marzio potrà avvalersi anche dell’esperienza maturata la scorsa stagione sulla panchina della Varesina in Serie D; avventura che non si è esattamente conclusa nel migliore dei modi, ma che ha comunque arricchito il curriculum del tecnico. “Nonostante l’esonero – sottolinea Marzio – è stata un’esperienza positiva. Purtroppo ci sono stati tanti errori, anche da parte mia, e molte cose non hanno funzionato; le colpe vanno divise fra tutti. Dispiace veramente tanto anche perché avevo conquistato la Serie D da giocatore e retrocedere così fa male, ma del resto bisogna imparare ad accettare i propri errori e rimettersi in gioco per continuare a crescere”.

Tornando all’attualità non può mancare una parentesi sul mercato, con un Verbano momentaneamente più attivo sul fronte uscite con gli addii di Amelotti, Giardino, Licciardello e soprattutto di capitan Bratto. “Ale (Bratto, ndr) ha fatto una scelta – spiega Marzio – in base a delle valutazioni personali che noi accettiamo e rispettiamo; i giocatori devono avere degli stimoli per rendere al meglio e il cambiamento dà indubbiamente nuove motivazioni. Dall’altra parte va detto che abbiamo un presidente espertissimo come Barbarito che conosce tutto e tutti della categoria e non è certamente il tipo che si tira indietro, per questo valuteremo insieme come sostituire nel migliore dei modi i partenti. Punta d’esperienza in arrivo? Se il presidente non ha ancora fatto nomi non li farò certamente io, ma non è un segreto che lavoreremo sul mercato in modo da non snaturare la politica societaria: cercheremo quindi di creare il giusto mix tra freschezza ed esperienza per mantenere il Verbano sui suoi standard. Non ho chiesto giocatori specifici perché non avrebbe senso impantanarsi in un unico modulo: mi piace essere eclettico, mantenendo comunque una certa fluidità e spettacolarità di gioco, adattando la squadra alle diverse situazioni che affronteremo nel corso della stagione. Per questo, indipendentemente da chi arriverà, cercherò di lavorare sulla mentalità dei giocatori dando loro i giusti stimoli per perseguire i nostri obiettivi”.

Sotto l’egida di Celestini l’obiettivo dichiarato è sempre stato quello di raggiungere la salvezza, nonostante il Verbano fosse ormai abituato a navigare nelle zone alte della classifica. Anche quest’anno sarà così o si ambisce già a qualcosa di più? “L’obiettivo di base è quello – conferma Marzio – ma lo stimolo che ci deve guidare è quello di migliorarci sempre e comunque. Mi aspetto sacrificio e voglia di fare da parte di tutti in modo da toglierci parecchie soddisfazioni. Obiettivi personali? Mi aspetto un’annata positiva e, onestamente, sono io stesso curioso perché sarà la mia esperienza alla guida di una squadra fin dall’inizio della stagione. Cercherò di mettere sul piatto la mia esperienza da giocatore, andando avanti con umiltà e tenendo a mente che come dicono anche i migliori allenatori di Serie A non si smette mai d’imparare”.

Matteo Carraro