In tanti lo sognano, in pochi ci provano veramente, solo alcuni ci riescono, crescere nel Settore Giovanile e arrivare in prima squadra è un percorso lungo (in un’età particolare) durante il quale ci si può perdere. Non è quello che è successo a Davide Morello che, come un treno ad alta velocità, ha avuto un percorso netto ed è solo all’inizio del suo cammino. A soli 17 anni ha debuttato in Serie D realizzando il suo desiderio di vestire la maglia della prima squadra dopo tutta la trafila dai Giovanissimi alla Juniores. Il baby centrocampista classe 2000 vive a Vedano e frequenta il quarto anno del Liceo Scientifico.
Com’è stato ritrovarti nel calcio dei grandi così giovane?
«Ammetto che non è stato semplice e per me è stata quasi una sorpresa perché mi consideravo giovane anche per la Juniores, figuriamoci per la prima squadra. L’inserimento è stato graduale, già alla fine della scorsa stagione ho sostenuto qualche allenamento coi più grandi sino poi alla convocazione di questa estate. È stata una bella emozione e mi sento molto gratificato. Sono molto orgoglioso, ma una volta raggiunto un traguardo si pensa già al prossimo obiettivo».
E sarebbe?
«Penso alla squadra e penso alla salvezza, non certo alla mia carriera. Non ho dei veri e propri obiettivi personali, penso a giocare, a crescere e a fare bene. Siamo concentrati sul gruppo e sappiamo che c’è da lottare perché non ti regala niente nessuno e non sarà facile».
Quali sono i tuoi punti di forza?
«Sono una che ce la mette sempre tutta, sono pronto a mettersi in gioco e credo di avere una buona dose di forza di volontà».
In cosa invece devi migliorare?
«Il mio difetto principale è che spesso soffro un po’ troppo le partite. È un aspetto che si migliora solo con l’esperienza».
Domenica arriverà la Pro Sesto e poi ci sarà la trasferta contro la Caronnese…
«Tutte le sfide sono complicate, noi sappiamo cosa dobbiamo fare e come dobbiamo comportarci. Non dobbiamo sentirci inferiori a nessuno».
Cosa ti hanno lasciato gli anni del Settore Giovanile?
«Sono stati anni bellissimi anche perché giocavo con gli stessi compagni che avevo da bambino alla Vedanese. Sono stati fantastici e importanti dal punto di vista della formazione, in particolare mi stento di ringraziare mister Millefanti, che non è più qui, e mister Frontini; mi hanno insegnato molto».
Sicuramente fai da modello a molti ragazzini rossoblù?
«Sono riuscito a fare una bella cosa e invito tutti a crederci sino in fondo, basta avere testa e cuore».
Elisa Cascioli