Giampietro Zecchin, sei stagioni in biancorosso tra il 2009 e il 2015, ha lasciato Varese dopo il fallimento della società appena retrocessa dalla Serie B. Un epilogo che brucia ancora: “Varese era diventata casa mia – ci dice Zecco -. Calcisticamente avevo trovato la mia dimensione e la mia massima espressione. La mia famiglia si trovava a meraviglia, il mio pensiero e la mia speranza erano quelle di finire lì la carriera. Ancora oggi c’è rammarico per come sono finite le cose”.

L’ultima stagione ancora da protagonista con la maglia n.24 arancione del Mestre in Serie C, poi cosa è successo? “Un campionato esaltante finito giocando i playoff. A fine stagione il presidente Serena ha deciso di mollare, troppi impegni con le sue aziende e troppo oneroso. Nessuno però si è fatto avanti per continuare, così il pres. ha deciso di non iscrivere la squadra e di chiedere l’ammissione al campionato di Eccellenza”.

E ti ha coinvolto nel nuovo progetto? “Ero in attesa di trovare squadra, ho 35 anni e qualche stagione come calciatore avrei potuto ancora farla. All’inizio sono stato spiazzato dalla proposta, non mi immagino proprio come mister. Ma c’è chi crede in me e ora farò di tutto per non deludere le aspettative”.

E’ iniziato un nuovo corso, una nuova vita senza nemmeno avere il tempo di staccare da quella vecchia. Ma forse è meglio così: “Lo penso anch’io, ora so cosa dovrò fare per un po’ di anni restando nel mondo del calcio che è sempre stata la mia vita”.

Michele Marocco