Il quarto successo consecutivo è arrivato ed è stato – per le proporzioni della vittoria – il più incredibile dei quattro. La Openjobmetis ha regolato con autorità la capolista Brescia, imponendo il suo ritmo infernale su entrambe le metà campo e non lasciando scampo ad una squadra che si era imposta per continuità e solidità da inizio stagione.

Un risultato che non può passare inosservato e che testimonia come il percorso di crescita di Varese abbia raggiunto livelli di eccellenza: la Openjobmetis non solo si distingue in campo per una difesa in grado di soffocare il talento delle avversarie, ma ha anche trovato una notevole quadratura in attacco con un ritmo più veloce rispetto alla prima metà di stagione e una ritrovata precisione dall’arco dei tre punti.

I biancorossi hanno tirato – in queste quattro partite di girone di ritorno – quasi con il 50% dall’arco (45/96, 46.9%), un dato in netta controtendenza rispetto a un girone d’andata da 31.2% (111/356). Non è un caso che, già nella prima metà di stagione, le vittorie (appena quattro in quindici partite) fossero coincise con alcune delle migliori prestazioni dall’arco di Ferrero e compagni.

Difficile capire cosa sia cambiato nelle menti dei giocatori agli ordini di coach Caja perché, per la verità, la costruzione dei tiri era stato spesso buona, sebbene i ritmi più bassi avessero portato a qualche forzatura di troppo. Probabilmente Varese, dopo l’urlo di liberazione che ha fatto seguito al successo esterno sulla Reyer, scende ora in campo con la mente più serena e riesce dunque a sentire meno il peso del pallone.

La vittoria su Brescia, oltre che per proporzioni di punteggio e per la straordinaria vena offensiva del primo tempo (63 punti segnati), ha colpito anche perché Varese si presentava senza Wells a questo appuntamento: spesso criticato nel corso del girone d’andata, il playmaker ex Giessen era risultato decisivo nelle ultime partite con prestazioni di grande sostanza.

Questa situazione ha creato la possibilità di dare ancora grande spazio ad Aleksa Avramovic, che ha sfruttato l’occasione per costruire il palcoscenico di un’altra – ormai l’ennesima in stagione – grande recita personale: il serbo ha iniziato la partita con 12 punti nel primo quarto ed è arrivato ad un passo dai 30, fermandosi solo negli ultimi due attacchi che – anche per questioni di stanchezza – non gli hanno permesso di raggiungere il grande traguardo.

Ultimo aspetto, secondario fino ad un certo punto, i 100 punti segnati: Varese in campionato non raggiungeva la tripla cifra dal 3 maggio 2015, quando Maynor (32 punti con 7/10 dall’arco), Rautins (18 con 3/5) e Diawara (13 con 3/4) distrussero Pistoia al PalaCarrara a suon di triple. Questa volta a segnare il centesimo punto – ulteriore fattore di gioia per il pubblico di Masnago – è stato il giovanissimo Matteo Parravicini (classe 2001), promettente giocatore di talento all’esordio in Serie A.

Con questo filotto di vittorie, Varese ha risalito la classifica e ha messo Pesaro – si spera definitivamente – sempre più alle spalle: la Openjobmetis ha ora otto punti di vantaggio sull’ultimo posto. Ed è solo a -2 dall’ottavo. Certo, ci sono ben quattro squadre in mezzo e perciò non sarebbe corretto parlare di zona Playoff vicinissima, però è certo che se i biancorossi riusciranno ad imporre questo ritmo anche dopo la sosta, allora questo obiettivo diverrebbe possibile. Molto dipenderà da come la Openjobmetis riuscirà a rientrare in campo a marzo (il prossimo appuntamento è il 4/3 a Pistoia), dopo una pausa che arriva nel momento migliore della squadra.

Filippo Antonelli