Si parlava di sogno, adesso è realtà. Quantomeno sul piano teorico e virtuale, perché comunque mancano ancora quattro partite al termine del campionato. Varese, però, in questo momento si trova tra le prime otto della classifica e, anzi, in virtù dello score favorevole negli scontri diretti con Sassari e Cantù (a pari punti a quota 26 punti), è al settimo posto e può inseguire almeno un ulteriore sorpasso.

La sfida di settimana prossima, da questo punto di vista, può essere cruciale per il finale di stagione: non soltanto perché un’eventuale sconfitta riporterebbe la Openjobmetis nel vortice delle inseguitrici, complicando il cammino, ma anche perché, di contro, una vittoria sul campo di Bologna potrebbe proiettare i biancorossi al sesto posto per inseguire un accoppiamento con Brescia.

Ci sarà tutta una settimana per pensarci, in ogni caso: per il momento vale la pena di soffermarsi sulla vittoria ottenuta ieri, in un Palazzetto praticamente pieno e contro un’avversaria che si giocava tutta la stagione. Varese ha approcciato la partita con il piede giusto, ottenendo subito un largo vantaggio. Poi, però, ha subito la rimonta d’orgoglio della compagine reggiana.

La Grissin Bon è stata anche in grado di allungare un minimo, pur fallendo a ripetizione tiri aperti che avrebbero potuto provocare la fuga ospite. Varese ha avuto la forza e la lucidità di limitarsi tamponare, senza fretta e senza perdere fiducia nei propri mezzi, per rimanere in partita e aspettare l’inevitabile calo di una squadra costretta dagli infortuni a ruotare appena sette effettivi.

È stata, come sempre accade in questi mesi, la vittoria del gruppo: Avramovic e Cain hanno brillato più degli altri, ma tutti sono stati – come sempre – in grado di portare il proprio mattoncino per garantire alla causa due punti fondamentali in ottica rincorsa Playoff. La giocata emblematica della voglia e dello spirito di Varese è arrivata verso fine terzo quarto: tiro sbagliato da Larson, Ferrero si tuffa per il rimbalzo offensivo; il capitano poi si rialza, si posiziona in angolo, riceve e segna il canestro del pareggio.

Nel finale si è poi scatenato il solito killer instinct della Openjobmetis, con Okoye e Larson (due volte) che hanno segnato le triple decisive per la fuga. Reggio non ha potuto più reagire e ha dovuto alzare bandiera bianca, ma non senza l’onore delle armi. Sono stati in particolare i due Wright a dare filo da torcere a Varese, anche se decisiva per rompere gli equilibri – sul finire del terzo quarto – è stata l’uscita di scena di White per quattro falli, con Cervi che è rientrato in campo e non è riuscito a garantire solidità difensiva.

Il cinismo della Openjobmetis sta diventando leggendario, così come la capacità di Okoye e compagni di non uscire mai dalla partita e di sopravvivere senza colpo ferire ai parziali e ai momenti di forma degli avversari. Questa qualità sarà fondamentale in un finale di stagione che prevede, di fatto, tre scontri diretti in quattro partite. Solo la sfida casalinga con Brindisi, sulla carta, non presenta particolari insidie, in attesa di capire come arriverà Torino all’ultimo turno. Il sogno continua, ma il rendimento e la mentalità della squadra possono far stare tranquilli i tifosi.

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Filippo Antonelli