Una vittoria che scaccia l’incubo dell’ultimo posto, un’impresa di grandi proporzioni sul campo dei campioni d’Italia in carica e una prestazione immensa sul piano difensivo. La Openjobmetis non poteva regalarsi – nel percorso di avvicinamento al derby casalingo contro Milano – niente di meglio. Il successo a Mestre contro la Reyer, per certi versi insperato, ha restituito un po’ di serenità ad una formazione che tanto si era prodigata nelle settimane precedenti per capovolgere il suo destino senza però trovare una gratificazione vera e propria nei risultati.

La partita di settimana scorsa ha dimostrato che Varese è ancora capace di vincere e può farlo – se trova la serata giusta – anche contro squadre che competono per obiettivi diversi. Non si poteva chiedere uno scenario migliore per centrare il tanto agognato primo successo esterno in questo campionato, arrivato dopo ben sette sconfitte consecutive lontano da casa. La vittoria su Venezia, in generale, interrompe una striscia di cinque sconfitte che aveva portato i biancorossi ad occupare l’ultima posizione in graduatoria, seppur in coabitazione con Brindisi, Pistoia e Pesaro.

Certamente era sbagliato abbattersi prima – considerando comunque che Varese aveva sfiorato il successo in più occasioni – così come sarebbe sbagliato esaltarsi adesso, anche perché il calendario non lascia tregua. Non solo per il derby in programma con Milano, ma anche perché seguiranno due partite complicatissime come quelle contro Cantù (in trasferta) e Brescia (in casa). Sicuramente, però, un successo come quello del Taliercio conferisce a Ferrero e compagni maggiore fiducia e un po’ di ossigeno in più.

Era importante interrompere quella striscia di sconfitte consecutive ed impedire che assumesse proporzioni troppo grandi ed è per questo che lo spirito dei biancorossi è stato encomiabile: sarebbe stato facile partire per Mestre con la convinzione che l’ostacolo fosse insormontabile e invece la Openjobmetis ha creduto nelle sue qualità e nella possibilità di imporre un’intensità difensiva in grado di mettere i bastoni tra le ruote al solitamente molto efficace attacco della Reyer.

Lo stesso spirito servirà ora per affrontare una corazzata come l’Olimpia, prima – a pari merito con Avellino e Brescia – in classifica e unica squadra italiana a partecipare all’Eurolega. Se da un lato proprio la partecipazione a questa coppa potrebbe togliere energie (mentali e fisiche) ad una squadra impegnata su due fronti, è altrettanto vero che la profondità del roster milanese dovrebbe permettere a Pianigiani di trovare sempre forze fresche per affrontare al meglio ogni gara.

Il rendimento recente – in campionato – dell’EA7 è stato leggermente al di sotto delle aspettative: l’Olimpia ha perso in casa contro Venezia e ha poi rischiato anche contro Cremona, dovendo ricorrere ad un’invenzione finale di Micov e Kuzminskas per risolvere la gara. Un non perfetto stato di forma, dunque, che potrebbe anche ingolosire Varese. Ma non c’è da farsi illusioni, bisogna solo piegare le gambe, provare a giocare la miglior partita possibile e stare a vedere se basterà per non subire la carica di giocatori di caratura internazionale come lo stesso Kuzminskas, Goudelock, Theodore e Gudaitis.

Impresa ardua? Sì. Quasi impossibile? Forse. Di solito Milano, pur concedendo qualcosa in campionato dal punto di vista mentale, almeno le partite di questo tipo – che portano per ragioni storiche e di rivalità un pizzico di sapore in più – non le approccia con leggerezza. Il pubblico del PALA2A, in ogni caso, è stretto attorno ad una squadra che ha saputo conquistarlo con l’impegno, è rinfrancato dal clamoroso colpaccio esterno di domenica scorsa e spera, infine, che sia la volta buona per poter tornare a festeggiare un successo interno su Milano che manca dal 14 aprile 2013.

Filippo Antonelli