Per salvarsi bisogna vincere i confronti diretti in casa. Trombonata sentita a sfinimento a queste latitudini. Ma, come tutte le trombonate, depositaria di un fondo di verità. Quindi, per la Pro Patria domenica contro il Pontedera (ore 16.30, stadio “Speroni”), è giunta l’ora delle decisioni irrevocabili. Quantomeno provare a vincere per accorciare una classifica terremotata dalle penalizzazioni del Tribunale Federale Nazionale. In un girone in cui finalmente scenderanno in campo tutti. Entella compresa. O forse no.

Vuoto di scambio. Chi prenderà il posto dello squalificato Mastroianni? Gucci o Le Noci? Probabilmente entrambi con svolta scambista legittimata dalle condizioni così così di Santana che (surroga del maddalonese a parte) potrebbero concedere una chance a Beppegol (10’ tra Piacenza e Albissola dopo la titolarità di Novara). Negli altri reparti plausibile riconferma delle scelte di Chiavari. La formazione di Javorcic non registra un clean sheet casalingo dal 25 marzo (1-0 allo Scanzorosciate). Cioè, 7 gare allo “Speroni” (Poule Scudetto compresa) con almeno una rete al passivo. Rivoltando la frittata, in fase offensiva una sola volta quest’anno (all’esordio con la Pistoiese) è stato realizzato più di un gol. Circostanze che suggeriscono un facile interrogativo. Troppe le 13 reti incassate o poche le 7 all’attivo? Domanda banale. Ma fino ad un certo punto.

Maraia Carey. Otto gare di campionato, cinque in comune con la Pro Patria seppur tutte a campi invertiti (Piacenza e Pro Vercelli in trasferta, Albissola, Olbia e Carrarese in casa), quattro risultati migliori rispetto a quelli biancoblu (vittorie con Albissola e Olbia, pareggi con Pro Vercelli e Carrarese oltre alla sconfitta con il Piacenza). Al di là dei tre punti in più in classifica, il testa a testa premia chiaramente il Pontedera. I toscani sono squadra giovane (22,5 anni di media superiore nel girone solo a quella di Juventus Under 23 e Olbia), in categoria per il settimo anno consecutivo e con un tecnico (Ivan Maraia) che è stato l’ombra di Paolo Indiani fino al 2017 e che è passato alle cronache (se non alla storia) per aver fatto parte di quel Pontedera che batté la Nazionale di Sacchi alla vigilia di USA 94. Nello 0-0 di lunedì sera contro la Carrarese, schierato canonico 3-5-2 della casa con Matteo Biggeri in porta; Borri, Benedetti e l’ex Gavorrano Ropolo in difesa; Magrini, Calcagni, l’empolese Caponi, il prestito dall’Atalanta Nicolas La Vigna e il veteranissimo Daniele Mannini (35 anni figlio d’arte con 163 presenze in A con Brescia, Napoli, Sampdoria e Siena) in mediana; Christian Tommasini e Pinzauti in avanti.

Maria MarottaMarotta per casa di dio. Sfida affidata a Maria Marotta di Sapri (Francesco Perrelli di Isernia e Paolo Cubicciotti di Nichelino gli assistenti). Nativa di San Giovanni a Piro, 34 anni, prima stagione in categoria, soprannominata l’Angelo Biondo per banali consonanze tricologiche, la cilentana è la terza donna arbitro nella CAN di C dopo Anna De Toni di Schio e Silvia Tea Spinelli di Terni. Internazionale dal 2016, è statisticamente associabile al biancoblu per un trascurabile 1-0 sul Dro allo “Speroni” (11 febbraio scorso) e, soprattutto, per la finale Scudetto con la Vibonese (2-1 a San Giovanni Valdarno il 2 giugno). Sul suo profilo personale è ricavabile una struggente frase ad effetto: “Se qualcosa ho dato, moltissimo ho ricevuto”. Contabilità che la Pro Patria gradirebbe fosse quadrata domenica pomeriggio.                   

Giovanni Castiglioni