Siamo noi, siamo noi, i campioni dell’Italia siamo noi!“. Il coro è sempre quello. Ma sentirlo cantare nello spogliatoio biancoblu fa davvero un bell’effetto. Scampoli di Scudetto nei sotterranei del “Fedini” con Patrizia Testa che affiancata alla figlia Stefania e al socio Tiburzi imbraccia la coppa e dedica il successo ad una neo tigrotta: “Questa notte è nata Camilla, figlia di Diego nostro preparatore atletico e pronipote del grande Gaetano. Sono molto felice“.

Sandro Turotti fa il bis del successo con l’Astrea. Ma nella coda c’è un pizzico di veleno: “Permettetemi la battuta: sono particolarmente soddisfatto perché ad inizio stagione qualcuno aveva proposto di affiancarmi un consulente perché non conoscevo la categoria…“. Sassolini dalle calzature a parte, resta l’impresa e la dimensione della squadra: “Sapevo che il nostro era il girone più difficile. Si è visto in questa Poule Scudetto“.

Mentre la truppa biancoblu invita Santana a suonare la chitarra (vecchio tormentone della curva dello “Speroni“), Marito si gode una delle sue tante vittorie: “Mica tanto. Ho vinto solo al Frosinone e al San Lorenzo. È stato un anno di sacrifici. L’abbiamo finito come dovevamo. Faccio i complimenti ai ragazzi. Adesso possiamo crescere, sono state gettate ottime basi“. Per Dido Disabato il trofeo è questione di fede: “Ci abbiamo sempre creduto. È stata la nostra forza“.

Ultime parole per Javorcic, provato il giusto, sereno come da prassi: “Normale soffrire in una finale. Onore ai nostri avversari. Noi siamo stati leggermente più bravi e fortunati. Questa è una stagione eccellente in tutti i sensi, irripetibile. Abbiamo gettato basi importanti. Il mio futuro? Adesso festeggiamo, poi ci sarà tempo per sederci attorno ad un tavolo. La Pro Patria resta la mia priorità. Sono orgoglioso di aver contribuito a mettere lo Scudetto sulla maglia del centenario“. Già tutti fremono dalla voglia di vederla.

Giovanni Castiglioni

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