Sul viso di Toto Bulgheroni puoi scorgere, e leggere, in rapida successione tutti gli stati d’animo possibili e immaginabili tipici di questo momento triste o, se volete, tristemente inatteso. L’ultimo posto in classifica, per quest’uomo che prima d’ora in ultima posizione non era mai stato, rende il suo volto pensieroso, contratto, deluso oltre ogni limite. Ma tutto è questione di attimi perchè Toto, da uomo esperto di basket e di vita, sa benissimo che in un momento come questo, quello dedicato ad un classico bilancio di metà percorso, tocca a lui, soprattutto a lui, il compito di dare tranquillità, forza morale e fiducia nel futuro ad un gruppo che non può permettersi il rischio di implodere.

“L’ultimo posto in classifica seppur in coabitazione con altri rappresenta una mazzata certamente inattesa perchè – spiega  Bulgheroni -, le nostre ambizioni, prospettive e idee per la stagione 2017-2018 erano ben diverse e, lo sanno tutti, certamente più importanti. Ritrovarsi in fondo al gruppo alla fine del girone d’andata è una sensazione tanto dolorosa quanto, credo, immeritata perchè, e devi credermi, in tanti decenni di pallacanestro non ho mai visto un gruppo di giocatori così seri, professionali, attaccati al lavoro in palestra e al club, e pronti a fare sacrifici per la squadra, lo staff tecnico, per se stessi. A questi ragazzi non possiamo rimproverare proprio nulla sul piano dell’impegno, dell’atteggiamento, della mentalità e della dedizione. In squadra non ci sono menefreghisti, nè ragazzi “assenti” sul piano emotivo. Li vedo in palestra tutti i giorni, sento la loro profondità e, come me, il pubblico di Masnago coglie negli occhi di Ferrero e compagni l’intensità, la voglia di lottare e sudare per la maglia che indossano. Ed è anche per tutte queste ragioni che girare la boa del girone d’andata con un bilancio numerico così esiguo – 4 vittorie e 11 sconfitte – fa ancora più male. Queste però sono lo stesse ragioni che mi lasciano comunque sereno e mi spingono ad essere fiducioso perchè, se è vero il vecchio detto: “Il lavoro paga sempre”, noi prima o poi dovremo passare all’incasso. Dev’essere per forza così”.

Però, qualcosa nelle ultime settimane sembra essersi interrotto: che idea ti sei fatto al riguardo?
“Non mi è mai piaciuto tirare in ballo la sfortuna ma – continua Toto -, è innegabile che da un mese a questa parte la cattiva sorte ha picchiato duro, e in tanti modi diversi, sulle nostre teste. Dopo la bella vittoria conquistata contro Capo d’Orlando non abbiamo più schierato la squadra in salute o al completo e, amara addizione, abbiamo perso due gare all’overtime e altre con margini risicati. Se avessimo quattro o addirittura sei punti in più, punti che peraltro avremmo meritato, credo che nessuno avrebbe granchè da ridire. Invece, occorre essere realisti al mille per cento e dire che i campionati non si costruiscono con i “se” e oggi, con una classifica drammatica, dobbiamo fare tutti quanti ancora di più per superare in fretta l’emergenza anche perchè le squadre che stanno sul fondo insieme a noi si sono già mosse sul mercato migliorando i loro organici”.

21 varese-cremona veneIn Pallacanestro Varese invece non sembra funzionare così: Vene per Hollis non è ancora un cambio con impatto, mentre il sostituto di Waller al momento non è nemmeno un’ipotesi.
“Allora, andiamo con ordine. Capitolo Hollis: Damian è certamente un buon giocatore, con esperienza, talento, qualità fisiche e tecnico-tattiche. Purtroppo, e lo riconosco come nostro errore, col passare del tempo non si è rivelato adatto al tipo di gioco di coach Attilio Caja e nonostante mille tentativi di trovare la quadra siamo stati costretti a mollarlo. Vene, arrivato al suo posto, può essere il giocatore che coach Caja andava cercando, ma il ritardo di condizione fisica è evidente e servirà ancora del tempo prima che l’estone possa avere impatto ed essere efficace per il gruppo. Il capitolo Waller invece è più semplice: sul mercato oggi c’è davvero poco e per essere onesti fino in fondo c’è ancora meno per un club come Varese che, sotto il profilo economico, possiede risorse limitatissime. In ogni caso, e tu lo sai bene, tutte le finestre sul mercato sono spalancate in attesa di qualche buon giocatore e, perchè no?, anche di un colpaccio fortunato che ci ripaghi della sfiga assoluta che ci ha accompagnati fin qui. Detto questo, mi rendo conto che l’assenza di risultati e l’attesa di interventi risolutori che non arrivano hanno avuto un effetto logorante su alcuni tifosi ai quali – il riferimento è al noto “caso-Coldebella” -, oltre al comunicato che abbiamo già diffuso, vorrei ricordare che atteggiamenti palesemente fuori dalle righe e comportamenti beceri non hanno mai portato nulla di buono e, anzi, hanno contribuito ad avvelenare l’ambiente e togliere ulteriore serenità a squadra, staff tecnico e dirigenti. Situazioni del genere gettano una cattiva luce su una società come la Pallacanestro Varese che con la pratica della pallacanestro intende veicolare anche un messaggio educativo-sociale rivolto ai giovani. Comportamenti che, nei fatti, finiscono col vanificare anche gli sforzi di Gianfranco Ponti e del suo staff i quali stanno lavorando molto bene per cercare di riportare il  settore giovanile ai fasti di un tempo”.

Prima hai accennato alle vostre, ben note, difficoltà economiche. Se ti sussurro le fatidiche parole “fair play finanziario” come reagisci?
“Esattamente come un anno fa: non voglio fare i conti a tasca a nessuno, ma davvero mi chiedo come altri club italiani riescano a trovare le risorse per andare sul mercato e mettere sotto contratto diversi giocatori tutti molto costosi. Ma come fanno? Dove li trovano i soldi? Un mistero irrisolto ma, che dire, beati loro, visto che noi nonostante ripetuti appelli nella ricca Varese non riusciamo a trovare nessuno che ci dia una mano”.

Chiudiamo con una voce di speranza in chiave futura?
“Sono ottimista per natura e, come dicevo prima, sono convinto che il lavoro in palestra di un perfezionista come coach Attilio Caja darà i frutti che attendiamo, e sottolineo, e ripeto, meritiamo. Finora, vedi anche il match contro Torino, pur con rotazioni cortissime e le condizioni di forma non brillanti di alcuni ragazzi, ci siamo andati vicino, segnale chiarissimo che la squadra è tosta caratterialmente e pronta sotto il profilo mentale. Mancano, è evidente, risorse ed energie, vedi Waller, che contiamo e vogliamo recuperare presto. L’importante è restare uniti, aiutare la squadra e prepararsi a sostenerla anche nelle prossime settimane che, lo sapete tutti, con un calendario terribile alle porte saranno durissime. Insomma – conclude fiducioso Toto -, oggi più che mai il coro “Tutti insieme per Varese” deve diventare il nostro “manifesto”. Un atto di fede che riunisca tutti quelli che vogliono davvero bene alla Pallacanestro Varese”.

Massimo Turconi