La Dolomiti Energia Trentino, finalista nella passata edizione dei Playoff, ha vissuto un girone d’andata travagliato e ha mancato la qualificazione alle Final Eight per il secondo anno consecutivo. Come nella scorsa stagione, però, la squadra di coach Buscaglia ha cominciato a galoppare nel girone di ritorno ed è reduce da tre vittorie in fila, compreso il prestigioso successo sul campo di Brescia.

Il giocatore che più incide sui risultati e sul livello delle prestazioni di Trento è Dominique Sutton (13.4 punti e 7.9 rimbalzi di media), ala tuttofare che sa imporre la sua legge in difesa e che attacca il ferro con impareggiabile efficacia (57.2% da due). L’assenza per infortunio del playmaker messicano Jorge Gutierrez costringe agli straordinari il veterano di mille battaglie Toto Forray (8.2 punti e 3.4 assist), sempre un punto di riferimento per i bianconeri.

Da guardia gioca Shavon Shields (11.4 punti), giocatore di buona intelligenza cestistica e di notevole taglia fisica per il ruolo: è infatti più efficace spalle a canestro che dal perimetro. Il reparto lunghi è composto da Beto Gomes (8 punti e 4.7 rimbalzi) e dal cavallo di ritorno Dustin Hogue (9.2 punti e 6.8 rimbalzi).

Gomes ha subito settimana scorsa un infortunio che non dovrebbe comunque precludergli di scendere regolarmente in campo: è uno dei giocatori più pericolosi dall’arco per Trento e può essere un’arma tattica importante nella posizione di quattro. Hogue, invece, è un centro che compensa con atletismo ed energia i pochi centimetri (è alto 1.98m) a disposizione: potrà essere un cliente difficilissimo per due lunghi un po’ più statici come Cain e soprattutto Delas.

Dalla panchina il giocatore con più minuti a disposizione è solitamente Diego Flaccadori (8.5 punti con il 40.7% dall’arco), uno dei giovani talenti più brillanti della pallacanestro italiana. Importante anche l’impatto di Ojars Silins (8.1 punti e 2.2 rimbalzi), lungo che ha come caratteristiche principali l’attitudine difensiva e la mira precisa da tre punti (40.2% dal perimetro) e in particolare dagli angoli.

L’unico altro elemento della panchina che entra in campo in tutte le partite, seppure per appena 9.5 minuti, è Yannick Franke (3.6 punti con il 50% dalla lunga distanza). Per il resto, Buscaglia ha a disposizione anche Luca Lechthaler, che però è stato schierato solamente in nove gare (0.4 punti e 1.1 rimbalzi in 5.6 minuti di utilizzo).

Come l’anno scorso, Trento è una squadra che imposta le gare sul dominio fisico, sull’energia e sulla difesa aggressiva. È il decimo attacco del campionato (77.9 punti di media), con percentuali non entusiasmanti né da due (51.6%, decimi in graduatoria) né da tre (32.6%, terz’ultimi). La forza dei bianconeri sta nelle palle recuperate (7.3, sesti), nei rimbalzi (35.4 di cui 10.8 in attacco) e nel basso numero di palle perse: solo Brescia, Cantù e Bologna gettano al vento meno palloni della Dolomiti Energia.

Quella con Trento, dunque, è una sfida molto interessante anche sul piano mentale, oltre che su quello fisico e tecnico: la squadra di Buscaglia gioca una pallacanestro feroce e al tempo stesso controllata. Bisogna essere capaci di non piegarsi ai ritmi imposti da Sutton e compagni. E, come dimostrano i recenti tonfi di Brescia e Reggio dinanzi ai bianconeri, è tutt’altro che facile.

Filippo Antonelli