Una situazione semplicemente surreale quella che sta vivendo Paolo Tresoldi, allenatore del Varese che ha dovuto adattarsi a diventare un vero e proprio mental coach considerate tutte le difficoltà che circondano la squadra rimasta senza stipendi da mesi e che davanti a sé ha un grande punto interrogativo sul futuro del club.

“In una situazione normale non sarei qua” aveva dichiarato in merito alla panchina traballante prima della partita col Pavia, poi vinta 5-0. “Ma qua di normale non c’è nulla. Dopo 13 partite senza vincere nessun allenatore si sarebbe trovato ancora al suo posto come me. Ma in questo periodo di cose normali se ne sono viste ben poche” aveva ribadito.

A tagliare definitivamente le gambe al gruppo è stata la settimana passata, quella in cui la tanto annunciata proposta di acquisto non è arrivata. Non può essere una scusante per la squadra, certo, ma non si può dire nemmeno che un minimo non influenzi sulla voglia di fare. Il tecnico però resta concentrato sul campo, in cui le cose non vanno meglio: “Dobbiamo reagire a prescindere da tutto. Non possiamo essere un’altalenta e così come non ci aveva esaltato il 5-0 di Pavia, non ci ha buttato giù nemmeno la sconfitta con l’Olginatese. Le partite andate vanno lasciate alle spalle. Adesso ci troviamo di fronte una bella salita e dobbiamo trovare la forza di percorrerla”.

Crede nella salvezza dentro e fuori dal campo? “Fuori non sta a me dirlo, dentro sì. Se guardiamo la classifica siamo tutti lì e avessimo vinto oggi saremo fuori dai playout. Ci sono ancora cinque partite da sfruttare e non ci arrendiamo”.

Ci sono a disposizione ancora 15 punti, chi secondo Tresoldi li sfrutterà al meglio? “E’ difficile dire chi centrerà la salvezza perchè ogni domenica ci sono scontri diretti. Seregno, Olginatese e Arconatese sono in un momento buono, ma tutti se la possono giocare con tutti, anche noi. Non dobbiamo perdere tempo a guardare di chi siao più o meno forti”.

Cosa pensa dei playout? “Sicuramente una finale, ma ancora è presto per pensarci perché il campionato è tutto da giocare. Se non dovessimo farcela, vedremo come ci arriveremo e chi incontreremo. Inutile pensarci prima”.

Dopo numerosi anni alle giovanili, il tecnico 36enne è stato chiamato alla guida della prima squadra dopo le dimissioni di Iacolino. Contemporaneamente al Varese Tresoldi porta avanti anche il suo lavoro coi bimbi: “Insegno ai piccoli dell’asilo. Sono un libero professionista e ho iniziato 10 anni fa a Binago. Lavorare coi bambini di 3, 4 e 5 anni mi ha aiutato ad allenare la pazienza. La considero un’esperienza molto formativa che mi completa”.

Elisa Cascioli