E’ un attimo. Dall’osservare tutti dall’alto verso il basso, al dover continuamente alzare gli occhi per scrutare un obiettivo, dichiarato danni, che ogni domenica sembra sempre più lontano. È un attimo, ritrovarsi col respiro affannoso – il tuo – e il fiato sul collo delle aspettative, a dover rincorrere quelle che fino allo scorso anno erano le tue rivali per obiettivi ben più grandi. E che ora vale la pena togliersi dalla testa. Nell’arco di un’estate l’Uboldese sembra aver compiuto un’involuzione inattesa, o quasi. Analizziamo il momento di difficoltà dei rossoneri attraverso le parole del preparatore dei portieri Mauro Marcon.

Da interno all’ambiente rossonero, cosa sta succedendo ad Uboldo? Vi aspettavate un avvio così complicato?
“La Promozione non è mai stato un campionato facile, ma sinceramente nessuno si sarebbe aspettato un inizio così difficile. Ci troviamo in questa situazione molto complicata perché paghiamo alcuni infortuni e le squalifiche che hanno decimato la squadra. Spesso, poi, dimostriamo poco carattere che in questa categoria conta molto”.

Si sono susseguite molte voci in settimana sulle probabili dimissioni di Maestroni. Facciamo chiarezza…
“Il mister ha rassegnato le dimissioni dopo la pessima partita con il Fagnano, ma il presidente non le ha accettate. Non c’era niente che facesse presupporre le sue dimissioni, ma dopo una prestazione del genere voleva dare una scossa al gruppo. Lui era convinto. Poi, a bocce ferme, parlando con la squadra, cercando di capire il perché accadono queste cose, è rimasto. E’ ancora lui al timone dell’Uboldese”.

Il mercato può avere inciso su questo avvio complicato? Avete salutato Maugeri e Trionfo, due pedine fondamentali. Dovete ancora trovare la quadra?
“Non credo che le scelte sul mercato siano la ragione delle nostre difficoltà. Certo, abbiamo ceduto dei giocatori di livello, come Simone Maugeri e Gabriele Trionfo, ma gli acquisiti sono stati di altrettanto livello. E non fanno rimpiangere gli ex. Motivo per cui il gioco non è cambiato, dobbiamo solo trovare un equilibrio”.

Cosa non sta funzionando e cosa non è funzionato soprattutto nelle ultime due partite?
“Con il Fagnano eravamo partititi bene, passando in vantaggio dopo cinque minuti. Poi, però abbiamo pagato errori di concentrazione sia dei giocatori giovani che dei più esperti. Quella di domenica scorsa contro il Morazzone, invece, è stata una partita giocata bene da parte nostra. Abbiamo preso goal al 44’ e siamo rientrati con il piglio giusto. Però non possiamo permetterci di adagiarci sulle individualità, far partire un giocatore palla al piede, sperare che salti quattro uomini e faccia goal. La squadra deve muoversi compatta. In questo momento paghiamo anche sotto l’aspetto mentale e non ci resta che lavorare con determinazione e prepararci al meglio per la prossima sfida con il Meda”.

La reazione di Tartaglione, che gli è costata poi l’espulsione, può essere indicatore di un periodo in cui la squadra non è tranquilla?
“Secondo me sì anche perché Tartaglione non era mai stato espulso in carriera e questo episodio la dice lunga. Quando non vengono i risultati si è meno sereni e il nervosismo può essere pericoloso”.

Qual è la ricetta per uscire da una situazione del genere?
“Quella della tranquillità e del lavoro. Si superano questi momenti cercando stare concentrati al massimo per poter centrare il nostro obiettivo prefissato: i playoff”.

Alessio Colombo