Proprio sul più bello. Quando tutti si aspettano che tu faccia il salto decisivo, cadi. E da lì rialzarsi è difficile. È successo all’Uboldese di mister Alberto Maestroni che nel corso di questa stagione ha fallito più volte nei momenti decisivi. Ultimo, ma non meno importante, il match casalingo di domenica scorsa contro la Guanzatese, formazione nettamente inferiore sulla carta, che ha costretto i rossoneri ad uscire a testa bassa dal campo. 2-0 doloroso prima di due sfide importanti contro Castanese e Rhodense, le due dirette rivali, che ridimensiona un po’ le ambizioni dei rossoneri di Uboldo… o forse no. Lo abbiamo chiesto a capitan Luca Maiorano.

Cosa non ha funzionato domenica con la Guanzatese?
“Non siamo stati cattivi al punto giusto. Abbiamo regalato ai nostri avversari tutto il primo tempo e quando succede questo è veramente dura rincorrere e rimontare. Nella ripresa ci abbiamo almeno provato ma non è bastato”.

Non è la prima volta che vi capita di incappare in sconfitte che vi impediscono di fare il salto decisivo. Perché secondo te?
“Probabilmente non abbiamo una squadra molto abituata a lottare per vincere il campionato. Siamo una rosa giovane e in certe partite, vedi quella di domenica, l’esperienza risulta fondamentale per gestire i momenti complicati”.

Vi aspettano due match fondamentali contro Castanese e Rhodense. Come si riparte dopo una sconfitta del genere in un momento così importante?
“Con la voglia di rifarci e dimostrare che non siamo nella zona alta della classifica per caso. Ci mancano due finali contro due squadre forti e dobbiamo giocare solamente per vincerle entrambe, per batterle e giocarci quantomeno i playoff. Lo dobbiamo a noi stessi e alla società”.

Quest’anno hai giocato sia a centrocampo che in difesa. Dove ti trovi meglio?
“Indubbiamente a centrocampo che è il mio habitat naturale. Dietro gioco in caso di necessità, non mi trovo poi così male, ma, ripensandoci, con me centrale difensivo non ne abbiamo vinta una, credo… O sono un disastro in difesa o sono importante in mezzo al campo”.

Chi ti ha sorpreso di più dei giovani che avete in rosa?
“Ci sono due ragazzi che mi hanno impressionato molto. Il primo è Galbiati, un bel centrocampista che unisce quantità e qualità. Ha molta forza ma anche una buonissima tecnica. Spesso è discontinuo, ma ha tutto il tempo per migliorare. Se dovessi dargli un consiglio gli direi di non dare importanza agli errori che capitano a tutti, ma insistere nella giocata perché ha i mezzi per farlo. L’altro è Bartucci, è il mio preferito: un centrocampista aggressivo che non molla davvero mai. Ora ha imparato pure a fare il terzino e anche molto bene. Mi piace molto perché è umile e ascolta sempre i miei consigli, come quelli di tutti i compagni più grandi. Lo chiamo capitan futuro”.

Quale sarà il vostro asso nella manica in questo rush finale?
“Penso che la pressione giocherà molto sul destino del campionato. Ora noi non abbiamo l’obbligo di vincere il campionato, gli altri sì e saranno loro a doversi preoccupare di incontrarci”.

Alessio Colombo