Non è cambiata l’avversaria, non è cambiata la situazione: di diverso c’è solo la stagione. Come l’anno scorso, la Openjobmetis arriva all’atto conclusivo del girone d’andata (sempre in casa contro Torino) con quattro vittorie in quattordici incontri e dopo una sconfitta sul campo di Cremona. Le differenze con la passata stagione, a volerle cercare, però ci sono: la squadra di quest’anno – pur ammettendo un evidente calo nelle ultime partite – ha dato probabilmente più segni di vita del gruppo dell’anno scorso, che però aveva dalla sua la difficoltà a gestire il doppio impegno. Non è un segreto che l’uscita dalla Champions – unitamente all’innesto di Dominique Johnson – sia stata la chiave di volta della passata stagione.

Questa volta Varese è impegnata solo in campionato e il roster sembra privo di quei grandi nomi che – alla lunga – erano riusciti a condurre i biancorossi fuori dalle acque agitate nella seconda metà dello scorso campionato. Non che questo sia un motivo per essere pessimisti, anzi: la grinta che questa versione della Openjobmetis ha dimostrato in più occasioni, soprattutto in casa, può quantomeno far sperare che ci sia margine per un sussulto nell’ultimo turno del girone d’andata.

Certo, l’avversaria è di livello superiore e il rammarico potrebbe essere semmai quello di aver lasciato punti sui campi di alcune delle dirette concorrenti (Pesaro, Reggio e Brindisi), ma la Openjobmetis a Masnago ha già sgambettato formazioni di alto lignaggio (Trento e Cantù, in quelle che sono state le due migliori prestazioni stagionali fino ad ora) e quindi Torino non può stare tranquilla. Servirà concentrazione e concretezza, cercando di evitare quei parziali – subiti troppe volte, anche in occasione delle sconfitte casalinghe con Venezia e Sassari – in grado di rompere eccessivamente gli equilibri della gara.

Perché se da un lato Varese ha dimostrato di saper recuperare anche quando va sotto pesantemente nel punteggio, dall’altro un parzialone in favore della Fiat potrebbe richiedere uno sforzo per ricucire superiore alle possibilità di Ferrero e compagni, che oltretutto fino ad ora hanno sempre perso nei finali punto a punto, eccezion fatta per il match casalingo con Pistoia. L’energia potrebbe fare la differenza, anche perché Torino ha giocato in settimana in Eurocup (trasferta russa sul campo dello Zenit San Pietroburgo) e si presenta al PALA2A senza il pilastro Trevor Mbakwe, uno dei migliori centri del campionato.

Un successo – per quanto sulla carta l’incontro sia proibitivo – sarebbe importante soprattutto dal punto di vista della classifica: l’ultimo posto si è avvicinato pericolosamente, con il numero delle formazioni alle spalle di Varese in graduatoria che si è assottigliato domenica dopo domenica. Al momento, dopo le due vittorie consecutive di Brindisi, solo Pesaro ha collezionato meno punti della Openjobmetis. E il calendario è poco clemente, considerando che l’inizio di girone di ritorno metterà i biancorossi contro Venezia, Milano, Cantù e Brescia in rapida successione.

Non è tempo né di preoccuparsi né di mettere le mani avanti: c’è una partita da giocare. Difficile e intensa, ma in cui Varese deve obbligatoriamente provare a far valere la legge di Masnago e deve vendere cara la pelle. Una qualità che, comunque, non manca ai giocatori della Openjobmetis, sempre in prima linea quando si tratta di combattere, anche contro formazioni di caratura superiore. Bisogna, tuttavia, ritrovare quella solidità difensiva che aveva fatto in qualche caso la differenza e procedere con il graduale inserimento del nuovo arrivato Vene. La strada è lunga, il lavoro è tanto. La corsa di Varese può ripartire dal match con la Fiat.

Filippo Antonelli