Ecco il terzo nuovo arrivo in casa Hockey Club Varese 1997. Dopo Marco Franchini e Andrea Vanetti, vestirà giallonero anche Marco Menguzzato. Portiere 27enne che ha giocato le ultime sei stagioni a Como, è di proprietà del Fiemme ed è passato a Varese con la formula del prestito annuale. Con il suo approdo nella Città Giardino, i Mastini completano la casella dei portieri, occupata ora da Menguzzato, Bertin e Broggi. 

Ha buone dote fisiche, è reattivo e ha un gran carattere che spesso lo aiuta nei momenti decisivi in cui si esalta. Ne sono l’esempio le ottime prove fatte proprio contro i Mastini nei derby giocati con la maglia comasca. “Al Palalbani ho sicuramente giocato due delle mie migliori partite in carriera – spiega -. Di Varese mi ha convinto il progetto triennale e pensavo fosse giunto il momento di provare qualcosa di nuovo dopo 6 anni a Como. Soprattutto perchè la società guarda lontano e chissà che non si possa provare a vincere qualcosa di importante nell’arco del tempo, con un club ben organizzato e determinato. Quello che so è che certamente vorrei vincere le prime partite di questa annata che sta per iniziare. Sarebbe molto importante per tutti cominciare al meglio. La stagione scorsa ho giocato meno rispetto agli anni precedenti. La concorrenza che ho trovato lo scorso anno mi ha dato ancor più voglia di migliorare per riprendere a dimostrare ciò che valgo. Certo, per me, come per tutti i portieri, giocare con continuità favorisce la prestazione a lungo termine sia a livello fisico che mentale. Andando avanti è sempre più stimolante”.

Quanto a sé, si descrive così: “Il compito di un portiere è anche quello di dare sicurezza all’intera squadra e soprattutto alla difesa. La squadra deve giocare guardando avanti, verso la gabbia avversaria, senza temere che alle loro spalle possa succedere qualcosa di negativo. Il mio obiettivo sarà proprio quello di infondere sicurezza in modo che se un difensore volesse provare qualche sortita offensiva lo possa fare con tranquillità e consapevolezza. Dei miei nuovi compagni conosco bene il mio “collega” Broggi, poi Andreoni e Odoni. Ne conosco altri più che altro per nome e per sentito dire, ma non penso sia un problema ambientarsi”. 

L.P.