Giuseppe Ghirlandi, numero 22 sulle spalle, esperienze nelle categorie superiori nonostante la giovane età, un idolo indiscusso e una vita piena anche al di fuori del calcio. È questo il ritratto del portiere classe 1998 approdato questa estate alla Varesina.

Dopo i primi calci nel Buccinasco, ha indossato la maglia del Varese dai Giovanissimi sino a quella della Primavera prima di passare in Lega Pro al Renate. Le ultime due stagioni le ha invece trascorse a farsi le ossa in Serie D, prima alla Bustese e poi alla Pergolettese.
«Lo scorso anno abbiamo vinto i playoff di Serie D e la società ci aveva riconfermato in blocco. Ma a metà luglio ho avuto la brutta sorpresa. Il nuovo direttore ha fatto scelte diverse e così mi sono ritrovato senza squadra quando ero invece sicuro di averla. Sono nati i contatti con la Varesina e ho sposato il progetto sperando nella Serie D, ma credendoci fortemente anche nel caso fosse stata Eccellenza».

Che idea ti sei fatto sul campionato?
«Sinceramente mi ha sorpreso perché mi aspettavo un livello più basso. L’ho rivalutato molto. Credevo che le sfide, per una rosa come la nostra, fossero quasi già scritte, non dico facili ma pensavo che avremmo lottato con meno difficoltà. E invece mi sono subito ricreduto; diverse squadre ci hanno messo in difficoltà, contro di noi che siamo favoriti puntano a fare la partita della vita».

Quali sono i tuoi obiettivi personali?
«Tornare in D possibilmente con la Varesina».

Hai giocato in porta sin da piccolo?
«Sì, avevo pochi anni quando mi regalarono una porta giocattolo. Quando calciavo rischiavo sempre di rompere tutto perché non la centravo mai, difenderla mi veniva più facile e da lì è partito tutto».

Chi è il tuo portiere modello?
«Da bambino mi piaceva molto Angelo Peruzzi, ora stimo tantissimo Buffon».

Che rapporto hai con Vaccarecci?
«Buonissimo. Se gioca l’uno o l’altro non cambia il nostro atteggiamento in allenamento».

Cosa c’è nella tua vita oltre al calcio?
«Mi divido tra casa, campo e università. Studio Giurisprudenza alla statale di Milano e sono al secondo anno. Mi piacerebbe fare l’avvocato d’impresa quindi lavorare nell’ambito delle consulenze».

Tornando al campo, domenica arriva il Città di Vigevano ultimo in classifica…
«L’obiettivo ovviamente è quello di vincere. Dal mio punto di vista non stiamo soddisfando le aspettative. Dobbiamo ancora ingranare, ma siamo comunque tranquilli e senza pressioni però con la consapevolezza di dover recuperare i punti sprecati».

Elisa Cascioli