Dopo l’impresa con Malaga che è valsa il passaggio del turno nella settimana prenatalizia, Trento ha fatto una sonora iniezione di autostima. Qualità che non manca ai due elementi trainanti della Dolomiti Energia ovvero James BlackmonAlessandro Gentile. Il primo è giocatore che dà del tu al canestro da qualunque posizione: attaccante puro, ha dimostrato al primo anno in Europa di avere caratteristiche per poter recitare una parte importante nei prossimi 20 anni nel nostro basket. Uscito da Indiana – 16,3 punti di media con gli Hoosiers – poi un anno di G-League e la scorsa annata a 19,7 punti di media a Pesaro fanno di lui un giocatore importante da limitare. Colpo di coda a sorpresa del mercato trentino, AleGent sta dando un forte impatto offensivo a Trento coi suoi 15 punti in poco più di 20′ a gara: sfrutta il fisico per andare nell’area a fare razzie mentre il tiro da 3 continua a essere il suo tallone d’Achille. Discontinuo con poco più del 30%, ma si sta trasformando anche in buon passatore con quasi 2,5 assist a gara.
Detto dei due dioscuri, il leader, però, è Aaron Craft. Ha già detto che sarà la sua ultima stagione per poi diventare medico a tutti gli effetti – disse lo stesso anche Bobby Jones alla soglia dei trentanni e oggi gioca ancora a Roseto in A2… – ma la sua capacità di far girare la squadra, di leggere le partite e capire i momenti in cui la squadra ha bisogno di lui e dei suoi punti è strepitosa. Giocatore nel pieno della sua maturità e molto pericoloso.
A completare il quintetto ci sono altri due americani: Kelly e il pivot Knox. Il primo è un’ala forte più interna che perimetrale le cui caratteristiche si coniugano bene con quella di Mezzanotte, mentre Knox è un centro trentenne alla terza esperienza in A dopo Capo d’Orlando e Trieste. Buon giocatore, ma senza picchi: il classico mestierante.

Dalla panchina, oltre a Mezzanotte di cui parliamo a parte, c’è capitan Toto Forray: legato ormai a vita all’Aquila, l’italo argentino dà la scossa con la sua garra e la sua difesa. Troviamo poi Dada Pascolo che sembra finalmente in fondo al tunnel di alcuni malanni fisici che non lo lasciano in pace da un anno abbondante. Altro giocatore ben conosciuto sotto il Sacro Monte è Fabio Mian: poco più di 10′ di media per lui che non è ancora riuscito a trovare il giusto feeling con Trento. Infine, George King: vero minipimer di punti con oltre 6 punti in poco più di 15′ di utilizzo, ma con una mano freddina dalla lunga distanza. Completa il roster Lechtaler, finora quasi mai utilizzato in campionato.

 

Occhio a… Andrea Mezzanotte (foto FB Aquila Basket Trento)
Si parla tanto della penuria di lunghi italici e del poco spazio che trovano in questa serie A. O anche che la pallavolo ne prende tanti. Ebbene, a Trento c’è un 208 che potrebbe presto far parlare di sé. Già, perchè Andrea Mezzanotte sta dimostrando di avere le carte in regola per recitare un ruolo importante in questa serie A. Dopo la scorsa annata con sole 15 gare a referto e 6,5′ di media sul parquet, qualcuno aveva iniziato a dubitare delle possibilità di successo del lungo bergamasco. Invece Andrea, grazie anche alla fiducia accordatagli da coach Brienza, sta ripagando appieno l’Aquila: presenza offensiva – unico della Dolomiti Energia con OER superiore a 1 che evidenzia l’efficacia in attacco – e percentuali di tiro super con ben più del 40% da oltre l’arco in poco meno di 20′ di gioco. Insomma, dopo i positivi anni di Treviglio in A2, Mezzanotte necessitava di pratica, ma anche di pesi – struttura fisica ancora da definire – ma anche il lavoro sui fondamentali sta pagando. Giocatore che deve migliorare in difesa e a rimbalzo, ma se prosegue così nella crescita può essere solo un bene per il nostro movimento.

Matteo Gallo