Che Aleksa Avramovic sia uno dei leader di questa Pallacanestro Varese lo si capisce da come sta in campo e da come affronta gli avversari. Se aveste dei dubbi in merito, però, vi consigliamo la lettura di questa intervista dove emerge il carattere e la determinazione dell’esterno biancorosso: perchè i veri leader lo sono anche fuori dal campo.

Vi trovate ad affrontare per due volte in fila Sassari alla Enerxenia Arena, prima in campionato, poi in Fiba Europe Cup e la prima di queste due partite per voi ha una certa importanza. Cosa ti aspetti da questa gara?
“Devo ammettere che dopo tre gare perse consecutivamente con Pistoia, Bologna e Brescia saremo molto motivati davanti al nostro pubblico. Penso che durante la stagione sia normale avere degli alti e bassi e dobbiamo tornare a giocare come squadra, stare uniti e giocare d’insieme, passarci bene la palla e giocare duro come sappiamo fare in difesa. Questo era il tratto distintivo della nostra Varese nelle prime quindici gare di campionato e lo sarà da qui alla fine della stagione. Personalmente devo giocare meglio: nelle ultime tre gare ho dato poco ai miei compagni, ma sono fiducioso e ho coscienza dei miei mezzi e delle mie capacità. So cosa posso dare e so che i miei standard sono altri. Chiudendo, con Sassari sarà una gara importante per riprendere la fiducia in noi stessi”.

Infatti, dopo tre gare perse c’è già chi tra i tifosi punta il dito sulla vostra forma fisica. Però, va sottolineato come siano state tre gare molto diverse fra loro e due, con Pistoia e sopratutto Brescia, sono state autentiche battaglie.
“Non penso sia così anche perchè in tutte e tre le partite abbiamo giocato fino in fondo lottando su ogni singolo possesso tanto che gli scarti finali sono tutti irrisori e sotto i 10 punti. Abbiamo sempre giocato per vincere. Semmai, posso dirvi che abbiamo commesso tanti errori ai quali non siamo abituati. Questo sì”.

Guardando sempre a queste ultime tre partite, emerge un dato rispetto ad altri: hai tirato da 2 con solo il 22%. Pensi sia per via degli accorgimenti studiati dagli allenatori avversari per contenere il tuo primo passo?
“Non ci avevo pensato – sorride Avramovic – di certo non ho mai giocato così male per così tante gare. Di una cosa, però, sono assolutamente certo: so come andare a segnare nel cuore dell’area e i tifosi non devono preoccuparsi di ciò. Questo è probabilmente un periodo particolare, ma sono assolutamente sicuro dei miei mezzi e di tornare presto a giocare offensivamente in modo incisivo come ho sempre fatto”.

Contro Bologna c’era in tribuna Djordjevic, coach della tua nazionale serba. Avete parlato a fine gara? Com’è il tuo rapporto con la maglia della nazionale?
“Tra il coach e i giocatori penso ci sia sempre una dialettica in cui il primo sottolinea ai secondi in cosa devono migliorare. Per me la maglia della nazionale significa tutto, è ciò di meglio a cui un giocatore possa aspirare. Se non desideri di vestire la maglia della nazionale, beh, allora forse è meglio che smetti di giocare. Diciamo che quando sono arrivato a Varese tre anni fa, tra i vari obiettivi che mi sono posto vi era anche quello di far bene così da poter entrare nel giro della nazionale serba”.

Qual è la tua relazione coi social media e con i tifosi?
“Ogni tanto metto delle foto su instagram sulle mie partite con Varese oppure con la mia famiglia. Devo dire che il rapporto coi fans è piacevole: c’è che mi manda sempre messaggi prima delle partite e questo mi dà la carica”.

Matteo Gallo