Una vera e propria lente di ingrandimento, i Mondiali di calcio femminile, complice anche la straordinaria avventura delle azzurre arrivate sino a quarti di finale eguagliando il risultato storico del 1991, hanno avuto questo effetto sul calcio in rosa. In verità negli ultimi anni la nostra provincia ha perso, come calcio a 11, squadre storiche come quelle di Tradate, Alto Verbano (dove è sbocciata l’azzurra Vale Bergamaschi) e Varese, ma altre ne sono nate (vedi Ispra e Porto Ceresio) e altre ancora sono cresciute tra le insidie delle rivoluzioni dei campionati come le Azalee di Gavirate che, dopo aver portato tante ragazze in Serie A, sono pronte ad un nuovo campionato in Serie C. In rosa arriveranno quattro volti nuovi, cambierà anche l’allenatore, in panchina potrebbe verificarsi un ritorno, e si rinforzerà la Juniores con l’arrivo di calciatrici sia dall’Inter che dal Com. L’open day organizzato a giugno scorso, prima dell’avvio del “fenomeno Mondiali” è stato già un successo e la società gallaratese ne organizzerà un altro i primi di settembre. “In questi giorni abbiamo riscontrato il vivo interesse di tanti genitori, sono soprattutto le mamme a chiamare”, ci dicono le dirigenti. Il settore giovanile è ben strutturato, dalle Pulcine sino alla Juniores, e vanta circa 80 iscritte.

kolbe femminile WhatsApp Image 2019-07-04 at 14.42.30Una nuova squadra nascerà invece a Gavirate che in sostanza raccoglierà l’eredità della femminile dell’Ispra che non si iscriverà al campionato di Promozione. Ci sarà invece la Ceresium Bisustum dove arriveranno due nuove calciatrici. Il prossimo, per queste due realtà, sarà un weekend di open day. Anche il centro parrocchiale Kolbe di viale Auguggiari (Varese) chiama a raccolta le ragazze. Tutte le info nelle locandine di seguito.

Entusiasmo ai minimi livelli, invece, a Tradate dove, dopo tanti anni gloriosi, qui è cresciuta l’azzurra mondiale Laura Fusetti (centrocampista ’90) il calcio femminile si è dissolto dopo che Savina Pasciuti ha detto stop. Tiene duro a Varese nonostante le mille difficoltà: c’è la squadra a 7 iscritta al Csi e ci sono le giovanili, ma per loro non c’è spazio sul terreno cittadino tant’è che sono di casa a Induno Olona. Dunque mentre le squadre professioniste strizzano l’occhio al femminile, le piccole realtà faticano eccome e senza questi club dilettanti, dove pescherebbero i grandi del professionismo?

Elisa Cascioli