Chiuso un anno se ne apre sempre un altro. In fondo, è solo una convenzione temporale. Ma alla Pro Patria il passaggio di testimone tra il 2018 e il 2019 è ben più di una banale cambio di calendario. Contestualizzando, si è aperto ieri l’anno del centenario tigrotto.
Una ricorrenza che il club biancoblu si prepara a valicare in uno dei punti più alti dei suoi ultimi 50 anni di storia. Promozione, Scudetto dilettanti, solida nona posizione in Serie C, proprietà bustocca. Traguardi che fanno da piedistallo ad una celebrazione che rappresenta un punto d’onore per l’intera comunità cittadina. Certo, a Busto il calcio nacque ben prima di 100 anni fa e la progenitrice Pro Patria et Libertate altro non era che la sintesi (e l’erede) di realtà preesistenti: Aurora Busto Arsizio nel football e la matrice di tutto Società Ginnastica Pro Patria nella prima pratica amatoriale. Ma la doverosa fedeltà ai fatti non cambia l’orologio biologico del club biancoblu.

Il prossimo 28 febbraio la Pro Patria festeggerà il suo primo secolo di onorato servizio. Lo farà attraverso modalità ufficiali che ancora non conosciamo ma che hanno avuto nella meritoria opera dell’Associazione 100 anni di Pro un validissimo volano di interesse. Basti pensare al successo (insperato, quantomeno nelle proporzioni) dell’omonima raccolta di racconti di Carlo Albè. Libro di fatto esaurito in pochi giorni nella librerie della città. A prova di quanto lo spleen bustocco abbia a cuore le sorti della sua squadra più radicata. Anche se i numeri di affluenza allo “Speroni” potrebbero certificare il contrario. Un potenziale tesoro che la società di Patrizia Testa saprà rigenerare fuori dal campo come ha già fatto (con grande successo) sul terreno di gioco.
Il 2019 tigrotto non sarà davvero un anno come gli altri.

Giovanni Castiglioni