Forse solo l’acqua del lago. Forse solo quella ha dato una mano a diluire la tremenda delusione per essere usciti al primo giro dei playoff per il secondo anno consecutivo. Così, a tutto il clan Pallacanestro Verbano Luino è servito un bel po’ di tempo per far passare la botta.
“Dodici mesi dopo l’eliminazione per opera di Villasanta – dice Matteo Minetti, general manager di Luino -, non è stato bello ritrovarsi allo stesso punto, con niente in mano. Quest’anno, poi, nemmeno la soddisfazione di poter giocare un turno di post-season il sabato davanti al nostro pubblico, con la palestra piena di bambini del minibasket accompagnati dalle loro famiglie. E questo aspetto, al di là dei risultati sportivi, è quello che ci fa più male”.

Che idea ti sei fatto a proposito di questo secondo tentativo andato fallito?
“Non voglio entrare nello specifico tecnico perché – argomenta il dirigente lacuale – non è il mio campo d’azione. Pertanto mi limito ad osservare che per la seconda volta siamo arrivati ai playoff non pronti dal punto di vista fisico e mentale per affrontare quello che, comunemente e giustamente, viene etichettato come un “altro sport”. Villasanta nel 2018 e Agrate poche settimane fa, hanno detto a chiare lettere che la nostra pallacanestro, in termini di intensità, agonismo, presenza fisica e atletica, non è adeguata al livello richiesto dalla post-season. Non mi addentro nella “querelle”, a mio parere abbastanza sterile, che riguarda il tipo di gioco praticato nel girone varesino-pavese rispetto a quello, più duro fisicamente e più impegnativo atleticamente, in uso negli altri gironi. Quindi, mi limito ad osservare che se le cose funzionano così, toccherà a noi il compito di adeguarci per non farci trovare ancora impreparati nel caso dovesse capitare ancora un’occasione”.

Farsi trovare pronti, ma come?
“Nell’unico modo possibile e conosciuto: allenarsi di più e lavorare di più per migliorare tutte le situazioni. Per questa ragione, in vista della prossima stagione, abbiamo deciso di cambiare il “format” di lavoro passando da due a tre allenamenti la settimana spostando la partita al sabato pomeriggio. Novità, quest’ultima, che certamente favorirà la presenza dei ragazzi del nostro settore giovanile e, certamente, ci aiuterà a richiamare più pubblico per le gare casalinghe. Siamo consapevoli che questa decisione richiederà più impegno per società, staff tecnico e squadra, ma siamo anche convinti che, ribadisco, questa sia l’unica via da seguire per provare a riproporsi verso l’alta classifica con la speranza di poter raccogliere qualcosa in più”.

Intanto, il vostro percorso tecnico ricomincia dal ritorno in panchina di coach Andrea Manetta.
“Esatto: Andrea, risolti i problemi di lavoro che lo avevano costretto ai box nella stagione scorsa, ha ripreso fra le mani l’attività della prima squadra e del settore giovanile. Il gruppo della CSilver in questo momento assomiglia ad un classico cantiere aperto che riprenderà dalle “fondamenta” rappresentate da Palazzi, Spertini, Gardini, Pehar e Vitella. A questo quintetto contiamo di aggiungere Moalli quando, nel febbraio 2020, Luca sarà di ritorno esaurito il periodo trascorso in Erasmus. In stand-by rimangono invece le posizioni di Biason, attualmente fuori causa per un infortunio al ginocchio, e Gubitta, leader morale della squadra che nelle prossime settimane deciderà se proseguire la carriera da giocatore oppure cominciare quella da dirigente. Intanto, in attesa che prendano quota alcune operazioni di mercato, l’idea è quella di offrire ancora più spazio e opportunità al giovane Bertani e inserire in pianta stabile alcuni Under classe 2000, 2001 e 2002 per cercare, strada facendo, di verificarne le loro effettive capacità a livello senior”.

Massimo Turconi