Gli studenti americani, che da qualche giorno faticano sui loro banchi d’università, ricorderanno a lungo il loro recentissimo viaggio a Varese e provincia. Un viaggio emozionante e umanamente “pieno”. Ma, se parliamo di ricordi, emozioni e stati d’animo al settimo cielo…
“Sono felice, orgoglioso e affamato – dice con un sorriso Manuel Rossi, capo dello staff che ha organizzato il “tour NCAA 2019” -. Felice perché ho avuto la possibilità di creare questo evento insieme ad un team volenteroso e collaborativo, composto da persone che oltre ad essere colleghi sono amici. Marco Lamastro, Riccardo Corsano e Federico Bellotto sono stati fantastici, super disponibili e sempre stracolmi di trascinante energia. Orgoglioso perché siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi prefissati, anzi li abbiamo anche superati. Nella prima partita contro Illinois a Gazzada erano presenti quasi 500 spettatori. Contro Syracuse a Vedano circa 650 e all’ultima partita del circuito, che ha visto affrontarsi la Mamy Oleggio contro Northwestern University, ci hanno gratificato oltre 400 tifosi e appassionati di pallacanestro. Affamato perché continuo a pensare che questo sia solo l’inizio. Siamo giovani, è il secondo anno che organizziamo questo evento e abbiamo ancora tante idee per migliorarci. Il mio sogno, probabilmente ambizioso, è quello di rendere il College Basketball Tour un’istituzione, un appuntamento fisso, e mi auguro irrinunciabile, per Varese e provincia. Veri e riconosciuti “territori” di basket”.

Quale sensazione ti porti via da questa bellissima esperienza?
“Ciò che mi colpisce di più ogni anno è l’impressionante, fortissima mentalità dei giovani americani. Loro giocano al 100% in ogni situazione, in ogni momento e in ogni possesso. È affascinante poter apprendere nuovi metodi di allenamento e poter condividere con tutti, staff tecnico, giocatori e dirigenti, idee e pensieri. Oltre allo scambio culturale su ciò che riguarda il campo, c’è la possibilità di condividere molto anche su argomenti extra-cestistici. Per farti un esempio: a tutte le squadre abbiamo regalato dei pacchi di pasta nostrana con annessa ricetta. Sono rimasti sorpresi e contentissimi e, con una sorta di “Master Chef” in sedicesimo, abbiamo avuto modo di scambiarci consigli culinari anche se, in realtà, per questo argomento siamo stati noi italiani i “professori” davanti ad una platea che, ammirata, ha preso appunti in religioso silenzio. Questo piccolo aneddoto penso  renda bene l’idea del clima di grande convivialità che si è creato tra noi e le varie squadre. Una bella atmosfera che è stata recepita anche dal pubblico che ci ha seguito sempre con grande interesse e vorrei ringraziare. Così come desidero ringraziare tutte le persone che ci hanno dato una mano e hanno lavorato perchè tutto funzionasse al meglio. Senza di loro non sarebbe stato possibile. Quindi, totalmente soddisfatti, diamo appuntamento a tutti per il 2020 sperando di migliorare ancora. Noi – conclude Manuel – ci stiamo già dando da fare”.

 Massimo Turconi